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Un colossale telescopio denominato Extremely Large Telescope (ELT) è in costruzione nel deserto di Atacama, in Cile, coinvolgendo sedici nazioni europee, tra cui l’Italia. Previsto per essere operativo nel 2028, ELT presenterà il più grande specchio per telescopio mai costruito.

Questo strumento rivoluzionario mira a ridefinire l’astronomia fornendo una risoluzione da 10 a 15 volte superiore rispetto al telescopio Hubble. Ha il potenziale per esaminare direttamente gli esopianeti, analizzare le loro atmosfere e determinare la loro abitabilità.

 

ELT: anche l’Italia ne fa parte

Il progetto, dotato di un budget di 1,4 miliardi di euro, è finanziato esclusivamente dai 16 Stati membri dell’Osservatorio Europeo Australe (ESO), tra cui l’Italia. I consorzi italiani sono responsabili della costruzione del vetro dello specchio del telescopio e della colossale cupola che lo ospiterà e lo proteggerà.

Il capo progettista del progetto, Roberto Tamai, sottolinea le sfide e le innovazioni che hanno portato a ridurre le dimensioni del telescopio rispetto al telescopio straordinariamente grande inizialmente proposto.

La scelta del luogo

La posizione scelta nel deserto di Atacama offre condizioni ottimali per le osservazioni, caratterizzate da clima estremamente secco, cielo sereno al 90%, bassa turbolenza e inquinamento luminoso minimo.

La decisione di costruire ELT in Cile si è basata su una ricerca approfondita che ha confrontato vari siti a livello globale. Il sito di Atacama offre condizioni eccellenti per le osservazioni astronomiche grazie a fattori come l’attività sismica, la temperatura, la densità e i venti.

 

L’ingegneria dell’ELT

L’ELT si distingue dagli altri grandi telescopi come il Thirty Meter Telescope e il Giant Magellan Telescope, con il suo design innovativo caratterizzato da uno specchio segmentato.

L’ingegneria del telescopio coinvolge più livelli di specchi, inclusa l’ottica adattiva per contrastare i disturbi atmosferici. Nonostante i ritardi causati dalla pandemia di COVID-19, il progetto ha superato il 50% di completamento e la prima luce è prevista per il 2028.

Il telescopio farà avanzare significativamente la nostra comprensione dell’universo, segnando potenzialmente un salto storico nell’esplorazione della vita extraterrestre studiando direttamente gli esopianeti.

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