ericsson-ecco-tutti-i-modelli-da-collezione-che-hanno-fatto-la-storia

Lasciamoci sorprendere in questo speciale sui cellulari rari che collezionisti da tutto il mondo ricercano e acquistano. Questa volta andremo in Svezia. Chi non ricorda i formidabili cellulari Ericsson! Scopriamo insieme tutti i modelli da collezione che hanno fatto la storia della telefonia mobile. Vedremo le loro caratteristiche oltre alla loro attuale quotazione. Un modo per investire nel futuro e chissà, guadagnare qualche soldo in più.

 

Ecco i modelli Ericsson che hanno segnato la storia della telecomunicazione

Dopo aver dato un’occhiata approfondita ai modelli Nokia da collezione, ora è il turno di Ericsson che ha dato filo da torcere alla multinazionale finlandese. Infatti i suoi cellulari erano quasi sempre colorati, alla moda o comunque ricercati nel design.

Se conservati bene e ancora funzionanti, questi modelli storici potrebbero valere se non una fortuna, almeno qualche somma importante.

  • Diamo inizio a questa rassegna con il cellulare Ericsson T10. Si tratta di un modello che ha guadagnato parecchio valore nel corso degli anni. Lanciato sul mercato nel lontano 1996, è uno dei cellulari vintage più richiesti. I suoi colori sgargianti non lo facevano passare di certo inosservato e, per l’epoca, erano qualcosa di audace e sicuramente attraente. Se in ottime condizioni il suo prezzo può raggiungere tranquillamente i 2.000 euro.

  • Concludiamo con il primo modello a montare una batteria agli ioni di litio. Stiamo parlando dell’Ericsson T28, uno dei cellulari più venduti in quel periodo. Il suo debutto è avvenuto nel 1999 e, proprio per il suo design e le dimensioni ridotte, ha da subito riscontrato un grande successo e favore tra gli utenti. Un display davvero piccolo nelle dimensioni e lo sportellino per proteggere il tastierino numerico retroilluminato di verde hanno fatto di questo modello un pezzo di storia. Il suo valore non è comunque molto alto. Oggi lo si può trovare in vendita a poco più di 100 euro.

 

Articolo precedenteFotovoltaico: ecco i motivi per cui vale la pena installarne uno
Articolo successivoCanone RAI addio? E’ dietrofront: resterà nella bolletta dell’elettricità