Huawei è passata dall’essere uno dei nomi più apprezzati al mondo, soprattutto grazie agli smartphone, a essere una compagnia da cui stare alla larga, soprattutto se si parla di infrastrutture di rete. I primi a additare il colosso cinese come un pericolo sono stati gli USA e da lì anche altri paesi hanno iniziato ad andarci giù pesanti, come l’Australia
Quest’ultima si è affidata in modo pesante a Huawei negli ultimi anni, ma di recente hanno cambiato politica. Il motivo non riguarda solo la compagnia però, ma al paese a cui fa capo, al regime a cui fa capo, la Cina e il partito comunista.
A riprova di questo, le segnalazioni degli agenti segreti australiani hanno fatto notare come la Cina avrebbe potuto in qualsiasi momento ordinare a Huawei di bloccare la rete a distanza. Questo, anche nonostante tutti i lavori fatti successivamente sulla rete per renderla a prova di spia.
Huawei: il problema della Cina
Lo scontro con la Cina su questo terreno è iniziato nel 2018 quando l’Australia aveva bandito Huawei dalla costruzione delle rete di ultima generazione. Il governo cinese da allora sta facendo pressioni per la revoca del divieto. La decisione però è stata presa a protezione della propria infrastruttura da un’eventuale spegnimento.
Uno dei rapporti australiani sui possibili rischi di affidare la rete a Huawei: “Questa è la cosa su cui la maggior parte dei commentatori si confonde con il 5G, compresi alcuni dei nostri amici americani. Non si tratta dell’intercettazione delle telefonate. Abbiamo questo problema con il 4G, l’abbiamo avuto con il 3G”. Un blocco della rete non manda in tilt solo le comunicazioni tra private, ma molto di più. “La pompa fognaria smette di funzionare. L’acqua pulita non viene da te. Puoi immaginare le implicazioni sociali di ciò. Oppure la rete di trasporto pubblico non funziona. Oppure le auto elettriche che si guidano da sole non funzionano. E questo ha implicazioni per la società, implicazioni per l’economia.”