Nel corso degli ultimi anni, sicuramente voi tutti avrete sentito parlare dei tanto blasonati Bitcoin, la moneta virtuale che ha assunto un valore di mercato a dir poco mostruoso grazie alle sue caratteristiche intrinseche che la rendono apprezzata a vari livelli tra cui anche nel dark web e nel deep web.
Tutto molto bello certo, i Bitcoin valgono migliaia di euro, per ottenerli basta mettersi a minarli, ciò non toglie però che spesso, a fronte di semplici descrizioni, il tutto risulti più confuso di quanto sembri, con tanti dettagli poco chiari o dinamiche ancora da spiegare, vediamo dunque di fare un po’ di chiarezza.
Il Bitcoin
Partiamo dal Bitcoin, protagonista assoluto, esso è una criptovaluta inventata nel 2009 da un anonimo utente conosciuto solo con le pseudonimo Satoshi Nakamoto, il quale trasformò in realtà un’idea che aveva da tempo, creando i bitcoin (valuta) e la rete Bitcoin.
La rete Bitcoin è un’implementazione peer-to-peer della proposta b-money di Wei Dai e Bitgold di Nick Szabo, essa si basa sul trasferimento di valuta altamente volatile su conti pubblici attraverso l’uso di crittografia a chiave pubblica, con tutte le transazioni rese pubbliche in modo da impedire di usare due volte la stessa moneta.
Ogni utente che partecipa alla rete Bitcoin, possiede una numero arbitrario di coppie di chiavi crittografiche, quelle pubbliche che fanno anche da indirizzi bitcoin e quelle private che fanno da firma digitale per l’assegnazione di un’identificativo ad una transazione in modo tale che sia autorizzato al pagamento solo il proprietario di quella moneta.
In caso di smarrimento della chiave privata, la rete non potrà più riconoscere il proprietario di quella moneta la quale andrà dunque perduta per sempre e non sarà più recuperabile in alcun modo.
Passiamo ora all’argomento clou, il mining, per poterlo comprender a pieno, bisogna però capire bene come funziona la rete bitcoin e la cosiddetta blckchain, indispensabile alla validazione delle transazioni e al mantenimento della sicurezza dell’intera rete.
Ebbene quando un viene effettuata una transazione, essa assume lo stato di non verificata, per poterla validare, bisogna effettuare una serie di calcoli che richiedono una grossa potenza di calcolo, si tratta infatti della generazione di un file chiamato hash, il quale consiste in un carattere crittografato generato nel rispetto di alcune regole ben preciso, ovvero esso è dipendente dalla transazione precedente, deve mantenere sempre lo stesso numero di cifre alfanumeriche e deve terminare con un Nonce, ovvero un paio di cifre finali che deve essere sempre lo stesso.
Da ciò si capisce che questa catena detta appunto blockchain, garantisce un altissimo tasso di sicurezza, dal momento che un malintenzionato per variare i dati e derubare la rete, non solo dovrebbe cambiare il dato interessato, bensì dovrebbe anche modificare tutti gli altri parametri e tutte le altre transazioni, cosa che richiederebbe una quantità di potenza di calcolo attualmente non esistente.
Una transazione per essere confermata necessità della verifica di sei nodi, i quali verranno poi ricompensati attraverso i bitcoin per la commissione, dal momento che la generazione di un hash richiede tanta potenza di calcolo, in favore però della possibilità di tenere stipato l’intero storico di una transazione, questo è il mining.