covid 19Da quando è scoppiata la pandemia di Covid 19 anche la cybercriminalità ha preso maggiore slancio. Secondo un rapporto stilato da Clusit, associazione italiana che si occupa di sicurezza informatica, l’attività criminosa è aumentata di circa il 7% rispetto l’anno precedente con 850 attacchi noti.

Nello specifico gli attacchi informatici ad aver utilizzato il Covid 19 come esca per attrarre la vittima sono stati ben 119; si regista poi una maggiore incidenza in Europa con un aumento dal 9% del 2019 al 15%  del 2020 e in America che registra un passaggio dal 46% al 45%. I principali obiettivi di questi attacchi sono di solito l’estorsione di denaro, l’information warfare o lo spionaggio. Inoltre, oltre il danno del raggiro, anche la beffa; tendenzialmente questi attacchi sfruttano, tra le altre, molte fake news.

Covid 19:l’esca perfetta

 

D’altronde vista la cassa di risonanza mondiale causata dalla pandemia, il Covid 19 si p trasformato nell’esca perfetta. Secondo i dati di Clusit il 61% degli attacchi condotti utilizzato il Covid 19 come esca riguardano tentativi di phishing o di social engineering e, nel 21% dei casi, vengono accompagnati dall’utilizzo di malware. Proprio a tal proposito è intervenuto il presidente di Clusit, Gabriele Faggioli sottolineando come: “Nella tragedia di questi mesi, sta avvenendo una rivoluzione; il digitale sta trasformando l’organizzazione delle imprese e la vita dei cittadini, e stiamo comprendendo che la sicurezza del digitale è essenziale“.

Aggiungendo poi: “Pensiamo che siano tre i punti da indirizzare nel percorso virtuoso verso la sicurezza informatica: investire in ricerca e innovazione; costruire un ecosistema delle imprese e della pubblica amministrazione in cui gli investimenti siano adeguati alla minaccia e consapevolizzare maggiormente i cittadini“.

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