Negli Stati Uniti si sta diffondendo la pratica di “elaborare” le Model 3 di Tesla. In sostanza, si lavora sulla centralina e sulle componenti elettroniche per incrementare le performance della vettura.
Il tutto è possibile in quanto Tesla ha messo sul mercato vetture con un pacco batterie da 75kWh ma limitato elettronicamente a 60kWh. Il blocco era attivato tramite software, quindi facilmente aggirabile da chi possiede i giusti mezzi.
Grazie a questo procedimento è possibile sbloccare circa 50CV aggiuntivi che migliorano le doti velocistiche della Model 3. Come conseguenza diretta del boost di potenza, è possibile far arrivare lo scatto da 0 a 100 Km/h poco sotto i quattro secondi.
I tempi però sembrano essere cambiati. Tesla sembra intenzionata a combattere queste elaborazioni anche piuttosto duramente. L’azienda californiana infatti prevede la possibilità di sbloccare le performance della vettura con un investimento aggiuntivo pari a circa 2000 dollari.
Tesla non accetta modifiche al software delle Model 3
Il problema sorge quando varie aziende esterne offrono lo stesso servizio a molto meno. Per esempio, la Ingenext ha realizzato un device che permette ai proprietari di una Model 3 di sbloccare il pacchetto “Acceleration Boost” alla metà del prezzo chiesto da Tesla. Basta inserire il connettore e in automatico e si ottiene sia il boost di potenza che una modalità chiamata “Drift Mode“.
Tuttavia, in queste ore, i proprietari di Model 3 modificate stanno sperimentando alcune problematiche. Un messaggio di errore viene visualizzato all’accensione del veicolo sullo schermo centrale dell’auto. Nel messaggio si legge che il sistema ha rilevato una “Modifica incompatibile con il veicolo. Ci sono potenziali rischi di danneggiamento o spegnimento“. Secondo gli utenti interessanti, la Model 3 è pienamente guidabile, ma il messaggio di errore rimane in sovraimpressione sullo schermo.
Al momento non è chiaro se Tesla prenderà ulteriori provvedimenti in merito, ma i ragazzi di Ingenext stanno già lavorando ad una patch.