Coronavirus effetto placebo

La paura sempre costante che il coronavirus ha portato con sé in tutto il mondo viene ogni giorno alimentata da numerose fake news. La diffusione di bufale, teorie complottistiche e disinformazione ad alti livelli ha portato con sé, infatti, ondate di ricoveri e decessi collegati al virus senza una giusta ragione. Secondo quanto emerso dallo studio internazionale eseguito presso la University of New South Wales dell’Australia, i paesi vittime di tali ripercussioni sono più di cinquanta e potrebbero essere destinati ad aumentare visti i nuovi picchi di crescita che l’infezione sta lasciando alle sue spalle.

Coronavirus: leggere su internet non corrisponde sempre alla verità

Ottantasette paesi e venticinque lingue: attraverso questo primo dato è subito visibile che le fake news non conoscono ne barriere né limiti. Lo studio coordinato dagli esperti ha infatti stabilito che l’89% dell’informazione pubblica, trapelata dai paesi analizzati, si è confermata come affermazioni prive di alcun fondamento (rumors) ed il restante il 7,8% come teorie del complottismo. 

Affermazioni del tipo ” il virus è stato creato da Bill Gates per aumentare le vendite dei vaccini della sua foundation” o ancora “bere candeggina elimina il virus dal corpo“, “mangiare le uova di pollo è pericoloso perché contaminate dal virus”  hanno dunque condotto non solo l’isteria generale ma anche utenti ad agire irresponsabilmente: stando ai dati 800 decessi sono stati ricollegati alla disinformazione, 5879 ricoveri sono avvenuti per infortuni gravi (ricordiamo i 60 individui che hanno perso la vita dopo aver bevuto metanolo credendo di potersi salvare) e numerosi ancora da conteggiare.

l’Italia? Si posiziona intermedia tra i Paesi a rischio disinformazione.

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