Il dibattito sulla mobilità sostenibile si è diffuso sempre più negli ultimi anni, soprattutto grazie alla maggior attenzione riservata al tema ambientale anche per merito del rinnovato interesse verso le problematiche di natura ambientale.

Uno degli ambiti più toccati quando si parla di ecosostenibilità comprende appunto i trasporti, di cui quelli su strada sono responsabili da soli di una buona percentuale delle emissioni prodotte in totale dai mezzi utilizzati.

Nuove ricerche stanno via via portando testimonianze differenti sull’argomento, anche arrivando a smentire degli assunti finora ritenuti scontati, come il fatto che i motori elettrici siano effettivamente “emissioni zero”. Un errore comune, su cui un nuovo punto di vista viene offerto dal complesso approccio denominato Life Cycle Assessment, in cui si prende in considerazione l’intero ciclo produttivo del mezzo, oltre che il suo utilizzo su strada.

Considerando questo, dunque, appare chiaro che convenga acquistare un’auto elettrica solo laddove si percorrano con essa almeno 150.000 km. Solo in questo caso, infatti, verrebbero compensate le emissioni prodotte durante la fabbricazione dell’auto, comparate a quelle determinate dalla produzione di un’auto diesel e dalla sua messa in moto proprio per 150.000 km.

Eppure non saranno questi due motori i protagonisti della mobilità del futuro più distante: un altro carburante inizierà a prendere piede nei mercati mondiali.

Diesel ed elettrico messi in ombra dal nuovo carburante ecosostenibile: ecco di cosa si tratta

Oltre a queste modalità, negli ultimi anni si sta lavorando ad una nuova forma di alimentazione, che potrebbe in futuro affermarsi come la privilegiata rispetto a diesel ed elettrico. Si tratta dell’idrogeno.

L’idrogeno verrà utilizzato con tutta probabilità sui motori a combustione HiCEV ed anche in quelli elettrici di tipo FCEV in combinazione con l’ossigeno. La nuova modalità di alimentazione, però, solleva non pochi dubbi.

Nonostante risulti la strada più adatta ad abbattere le emissioni, non è semplice avere disponibilità di questi mezzi per i tempi tecnici richiesti dalla costruzione di auto con questa tecnologia, nonché per i costi al momento poco accessibili che gli acquirenti andrebbero a sostenere. Attualmente l’unica auto ad idrogeno che rispetta questi standard è la Toyota Mirai, e il suo costo si aggira sui 70.000 euro. Decisamente fuori portata per la maggior parte della popolazione, oltre che fuori portata in termini geografici: la messa in commercio, infatti, riguarda ancora pochi paesi dell’Europa.

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