marte

In questo articolo vogliamo riassumere tutte le ultime scoperte, ipotesi e speculazioni riguardanti Marte. In particolare, in questi mesi sia la NASA che altri ricercatori accademici hanno sondato le possibilità che il pianeta abbia ospitato la vita. 

La prima scoperta che ha destato l’interesse della comunità scientifica è probabilmente il fatto che Marte sia divenuto abitabile già 4,2 miliardi di anni fa, non appena finito il cosiddetto “Intenso Bombardamento Tardivo” di asteroidi che ha interessato il sistema solare interno.

Il team di ricerca internazionale ha analizzato i minerali più antichi rinvenuti in alcune zone meridionali del Pianeta rosso, zirconi e grani di baddeleyite, sottoposti a tecniche di microscopia elettronica e tomografia. Così facendo, gli scienziati hanno dimostrato che “questi minerali non sono stati sottoposti a pressioni e temperature enormi come ci si aspetta dalla caduta continua di asteroidi giganteschi“.

 

Marte: tutte le ultime scoperte e le ipotesi sulla presenza di vita

Inoltre, sul pianeta è stato osservato che ogni due anni si apre un grosso cratere sulla crosta marziana e da questo fuoriescono residui di vapore acqueo. Questi, inizialmente salutati con entusiasmo dalla comunità, sembra che non solo si disperdono nella atmosfera del pianeta rosso, ma la oltrepassano arrivando a quote al di fuori della reintegrazione.

C’è poi il discorso del gas metano, le cui cause per la creazione possono risiedere nei processi inorganici e nella produzione biologica da parte di microbi. Tuttavia, è anche la sua scomparsa a far saltare il banco, poiché il fenomeno non può essere spiegato con la semplice degradazione fotochimica provocata dai raggi UV del Sole.

E che dire delle migliaia di bocche eruttanti fango che si crede sia avvenuta solo 370 milioni di anni fa a causa di grosse masse d’acqua in risalita dal permafrost marziano. Come purtroppo la NASA stessa deve constatare, il sottosuolo di Marte è ancora un ambiente poco studiato a cui si dovrà porre rimedio. Tuttavia la scoperta italiana è avvenuta grazie agli attuali strumenti delle missioni americane sul pianeta.

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