truffe postepayUn nuovo fenomeno che si sta sviluppando, è quello già noto del phishing (specialemente a nome di Poste Italiane), che adesso sta sbarcando anche sul social verde, cioè WhatsApp.

Spesso, il tutto inizia con un messaggio che può (o meno) sembrare autentico, con il nome e logo di poste italiane o di qualunque sia la società scelta dall’hacker, che, dopo un breve testo che è un fac-simile di quello originale e del tipo: “Gentile, la sua Postepay Evolution è stata bloccata. Siete pregati di accedere al ***** per eseguire la procedura di sblocco. Banco Posta”.

Il più delle volte, il messaggio, rimanda a un link del tipo “www.postepayitalia.net”, che ad occhio sembra identico a quello delle Poste Italiane, ma ovviamente non lo è. Attenzione, perché può anche capitare che vi si chieda di rispondere al messaggio: cosa che chiaramente non va fatta.

Le richieste, in genere, sono sempre quella di inserire il codice, il numero di carta, la data di scadenza e altre informazioni “utili” che sono d’aiuto a chi sta truffando, e che si ritrova successivamente con i nostri dati personali.

Postepay, il rischio di truffe è reale

Il phishing è dunque un sistema illegale di raccolta di dati sensibili (che possono essere: nome, cognome, codice fiscale, carta di credito…) che verranno poi utilizzati per un uso illecito e non da parte vostra.

Le email che contengono questo tipo di messaggi, o gli stessi sms che potremmo ricevere, e che sembrano realistici non sono mai veri! Infatti, le società come Poste Italiane, o le banche e gli istituti di pagamento, non comunicano questi messaggi via mail. Se hai dubbi, comunica subito alla tua banca e avvisa la polizia postale.

Come difendersi dalle truffe Postepay

Se dovessero rubare o clonare la tua carna, il prelievo massimo che si può effettuare senza conferme è di 150 euro prima del blocco (è bene informarsi se è possibile applicare un blocco diverso in modo tale da stare più sicuri).

Dopo averla bloccata, invece, non vi sarà addebitato più nulla. Il blocco della carta avviene tramite numero verde (che trovate sul sito dell’ente, il vero sito, ovviamente) o di persona in una delle sedi della vostra città.

Nel caso di una chiamata, ovviamente vi verrà chiesto un breve riconoscimento con domande personali. Per concludere, consigliamo sempre di informarsi a dovere prima di dar per vero una mail che, nonostante il logo dell’istituto, sia scritta in un italiano non corretto, ti chieda di scaricare un file e/o di cliccare su un link.

E, se mai dovesse capitarvi, bloccate subito la carta e rivolgetevi non solo all’istituto di pagamento, ma alla polizia postale, in modo tale da contribuire allo stop di questo fenomeno informatico, che sta prendendo sempre più piede nel mondo di internet e delle truffe online a cui, gli utenti meno consapevoli, danno fiducia.

 

Tag: truffe, whatsapp, phishing, poste

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