DMA: le prime implicazioni per i browser web meno conosciuti

Il DMA ha cominciato a mostrare già i primi risultati tangibili della sua attivazione, soprattutto per quanto riguarda i browser. La normativa ha introdotto per le grandi aziende “gatekeeper” una serie di obblighi, incluso il dover dare una possibilità di scelta agli utenti quando si tratta di browser predefiniti, motori di ricerca ed anche assistenti virtuali.

Un cambiamento significativo è stato osservato perlopiù all’interno dell’uso degli smartphone. Solitamente i browser dominanti sono Chrome su Android e Safari su iPhone. Grazie all’entrata in vigore del DMA, tuttavia, gli utenti europei ora hanno l’opportunità di scegliere alternative durante la configurazione iniziale o di poter utilizzare anche dopo altre app. Sia la Apple che Google, per continuare ad agire nel mercato europeo, hanno dovuto effettuare cambiamenti per adeguarsi al DMA. La Apple, ad esempio, ora mostra ai suoi utenti una schermata con ben 11 browser alternativi a Safari, diversa per ciascuno dei 27 Paesi dell’UE. Google seguirà presto lo stesso esempio.

Critiche delle società per l’aggiunta della schermata di scelta browser

Inizialmente si era abbastanza fiduciosi sulla fedeltà dell’utenza, ma ci si è accorti invece che molti, avendo scelta, hanno optato per altri browser, a discapito di Safari. Aziende poco conosciute, almeno non tanto quanto i colossi, come Aloha Browser, Ecosia, Brave e Opera hanno avuto un aumento dell’uso dei loro sistemi a dir poco straordinario. Le società produttrici di browser hanno però criticato la lentezza e l’inefficienza con cui Apple e Google hanno aggiunto la schermata di scelta. L’accusando è che entrambe le aziende abbiano cercato di ostacolare il processo. Mozilla ha segnalato che solo il 19% degli utenti iPhone ha ricevuto l’aggiornamento.

La società ha descritto l’implementazione della schermata di scelta su iOS, anche se integrata prima di Google, come “ingannevole”, contorta, strutturata per rendere più facile per gli utenti selezionare Safari o altri nomi noti. Questi problemi hanno attirato l’attenzione della Commissione Europea, che ha avviato un’indagine per verificare se la Apple stia davvero impedendo agli utenti di poter scegliere.

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