Ricreati in laboratorio piccoli tornado quantici per trovare le risposte ai buchi neri
Ricreati in laboratorio piccoli tornado quantici per trovare le risposte ai buchi neri

I buchi neri rappresentano le forme più misteriose del cosmo e costituiscono uno dei principali obiettivi della scienza moderna. Per approfondire la comprensione di tali fenomeni, l’osservazione a distanza da sola non è sufficiente. Di conseguenza, i ricercatori hanno sviluppato un metodo altrettanto efficace: la simulazione di un buco nero attraverso un tornado quantistico.

 

Il fascino insondabile dei buchi neri

Il concetto di un tornado quantistico si riferisce a un superfluido che viene mescolato per formare piccoli vortici al suo interno. In questo contesto, gli scienziati utilizzano l’elio liquido, raffreddato a temperature vicine allo zero per raggiungere lo stato di superfluidità.

Il Dott. Patrik Svancara, autore principale dello studio, spiega: “L’elio superfluido contiene piccoli oggetti noti come vortici quantici; nel nostro sistema, siamo stati in grado di confinare migliaia di questi oggetti quantici in un unico tornado, ottenendo una forza del flusso senza precedenti.”

L’impiego di questa sostanza ha consentito ai ricercatori di studiare con maggiore precisione le piccole onde sulla superficie rispetto ai precedenti esperimenti. Le simulazioni con acqua e onde sonore hanno già “ricreato” i buchi neri in laboratorio, ma la quasi totale assenza di viscosità del superfluido, più simile allo spazio intorno a un buco nero, ha permesso una simulazione molto più realistica.

 

La nuova frontiera della fisica

Gli ultimi risultati dimostrano che le interazioni osservate sono simili a ciò che ci si aspetterebbe di trovare intorno ai buchi neri veri e propri. Questo metodo potrebbe quindi avanzare lo studio dei “campi quantistici nello spazio curvo che circonda questi oggetti astronomici,” come afferma anche il professor Silke Weinfurtner, a capo dell’esperimento.

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