Diminuisce il costo delle auto elettriche rispetto a quelle termiche

Le auto elettriche negli ultimi due anni hanno goduto di un’espansione e di uno sviluppo davvero senza precedenti, tutto ciò è frutto dell’impegno delle aziende automobilistiche che si impegnano ad offrire ogni anno un’ampia scelta all’interno dei loro listini, ciò però ha necessitato una diretta e conseguente espansione anche della rete di ricarica elettrica che però tuttora sta faticando a raggiungere i livelli discretamente elevati per pareggiare la diffusione delle stazioni di rifornimento classiche.

Effettivamente avere una rete di ricarica per le auto elettriche capillare e ben organizzata e indispensabile per favorire la diffusione di queste ultime dal momento che la paura di rimanere senza batteria e il maggior freno che blocca molto spesso gli utenti da un eventuale acquisto.

 

Shell investe nelle stazioni di ricarica

In un report individuato da Bloomberg dal nome Energy Transition Strategy, emerge il piano dell’azienda petrolchimica Shell, la quale sembra intenzionata a procedere alla chiusura di circa 1000 stazioni di rifornimento per convertirle in stazioni di ricarica per le auto elettriche, ciò è diretta conseguenza della convinzione dell’azienda che serve investire maggiormente nelle stazioni di ricarica pubbliche piuttosto che in quelle private da muro come quelle presenti nelle abitazioni.

Ed è dunque che il piano d’azione dell’azienda britannica è segnato, infatti procederà alla chiusura di 500 stazioni di rifornimento all’anno e dunque alla loro sostituzione nel 2024 e nel 2025.

Shell è convinta delle sue intenzioni e lo ribadisce scrivendo: “Abbiamo un grande vantaggio competitivo in termini di location, dal momento che la nostra rete globale di stazioni di servizio è una delle più grandi del mondo”.

Ovviamente trattandosi di un’azienda la decisione non è puramente legata alla volontà di favorire la diffusione delle auto elettriche, il lato economico è sicuramente uno dei maggiori incentivi e secondo l’azienda questo cambiamento garantirà un incremento dei profitti interni del 12% a scanso di quanto non offra il rifornimento standard.

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