Condannato l’hacker che rubò le clip di GTA 6Arion Kurtaj, un diciannovenne affetto da autismo e residente a Oxford, Inghilterra, è finito al centro di un caso giudiziario di risonanza internazionale. La causa è il furto di dati ai danni di Rockstar Games nel settembre 2022. Il giovane è stato condannato dal tribunale del Regno Unito, che ha però riconosciuto la sua instabilità mentale. Questo è il motivo per cui gli è stato imposto un ricovero forzato a tempo indeterminato in un ospedale psichiatrico giudiziario. La decisione giudiziaria sottolinea che Kurtaj potrà recuperare la libertà solamente quando non rappresenterà più una minaccia per la società.

La vicenda ha avuto inizio nel settembre 2022, quando Arion Kurtaj, all’epoca diciottenne, ha violato il server di uno dei gruppi Slack degli sviluppatori di Rockstar Games. In questa incursione, ha sottratto circa 90 clip di gioco inedite di Grand Theft Auto VI. Agendo in collaborazione con gli altri membri del gruppo hacker denominato Lapsus$, del quale ricopriva il ruolo chiave con lo pseudonimo “TeaPotUberHacker”, Kurtaj ha successivamente richiesto un riscatto di 4 milioni di dollari a Rockstar Games.

L’hacker di GTA 6 condannato per furto

Non ottenendo la somma richiesta, ha divulgato i video online. Sono stati stimati circa 5 milioni di dollari di danni causati da questo “rilascio” illegale di GTA 6. Inoltre, ha richiesto anche migliaia di ore di lavoro straordinario per ripristinare la situazione. Take-Two, l’azienda madre di Rockstar Games, ha subito una perdita in borsa pari a 500milioni di dollari nelle prime 24ore successive alla pubblicazione delle informazioni. È però riuscita a recuperare terreno nelle settimane successive.

La Corte del Regno Unito ha evidenziato che Arion Kurtaj ha manifestato il desiderio di riprendere attività criminali una volta liberato. Di conseguenza, è stata emessa un’ordinanza che lo costringe a un ricovero in un ospedale psichiatrico di sicurezza per un periodo di tempo indefinito. La Corte ha chiarito che Kurtaj rimarrà all’interno dell’ospedale psichiatrico per la vita, a meno che i medici non valutino che non costituisca più una minaccia per la società.

Alcuni esperti hanno sottolineato la necessità di sviluppare approcci più efficaci per trattare con casi simili. Tutto questo allo scopo di fare giustizia e fornire anche l’assistenza adeguata alle persone coinvolte. Inoltre, il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza informatica e sulla necessità di rafforzare le difese contro attacchi cibernetici che possono avere ripercussioni significative su aziende e istituzioni.

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