Una guerra tra USA e Cina che va avanti da anni Gli scontri tra USA e Cina sono sempre in agguato e negli ultimi mesi sono sorte nuove pericolose diatribe in arrivo. È stata denominata la guerra dei chip il nuovo conflitto tra le due potenze e non accenna a volersi fermare. L’America era intervenuta con pesanti sanzioni per l’hi-tech cinese, ma pare che questo non sia bastato. Il rilascio di Huawei Mate60 Pro in Cina, il cui chip a 7nm HiSilicon Kirin9000S, ha portato uno stato di allarmismo nel governo statunitense. Molti esperti pensano che le sanzioni americane siano incapaci di contenere lo sviluppo tecnologico cinese. Sull’argomento è intervenuto anche il Segretario del Commercio Gina Raimondo per fare pubblicamente il punto della situazione su ciò che sta accadendo.

USA e Cina in guerra

L’imprevisto balzo tecnologico cinese ha portato la Casa Bianca a credere che alcune aziende americane insieme ad alcuni Stati “partner” stiano evadendo le sanzioni internazionali. Sarebbero proprio queste evasioni dunque a dare alla Cina la possibilità di rimanere al passo con il resto del mondo.

Gina Raimondo, ha definito “incredibilmente disturbanti” gli sviluppi cinesi degli ultimi mesi. Le maggiori preoccupazioni riguardano il chipset HiSilicon Kirin 9000S e del nodo SMIC a 7nm usato negli ultimi dispositivi tecnologici lanciati dalla Cina.

Il Segretario USA ha dichiarato, inoltre, che gli Stati Uniti cercheranno di regolamentare con misure più serrate gli export di prodotti e macchinari per il chipmaking così come quelli che riguardano la produzione di chip in senso stretto. A tal proposito, Raimondo ha citato un evento di qualche anno fa: Seagate era stata multata dall’USA per la cifra di 300 milioni di dollari, dopo aver intrapreso degli scambi commerciali con Huawei senza avere i permessi governativi per farlo.

Dunque, per le prossime settimane è prevista un’implementazione della legislazione che garantirà al Dipartimento del Commercio un maggiore controllo sugli accordi di scambio con la Cina. Il messaggio, dunque, è chiaro: tutte le aziende americane così come tutti i partner stranieri, in Asia così come in Europa, non devono commerciare con la Cina a maggior ragione nel settore tecnologico.

In questo intrigato intreccio tra potenze, gli scontri fanno parte di un processo molto più ampio. La sfida riguarda la dominazione economica e tecnologica tra gli Stati che desiderano avere un ruolo guida all’interno del futuro contesto digitale globale. In ogni caso, nelle prossime settimane scopriremo se il piano di sanzioni da Washington sarà davvero efficace o se i flussi commerciali delle Big-Tech continueranno.

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