Quando utilizziamo strumenti elettronici il primo avviso che molti esperti ci offrono è quello di sfruttare componenti aggiuntivi originali, ovvero prodotti dall’azienda che ha costruito lo stesso strumento e dunque si attiene alle norme di sicurezza obbligatorie, ciò ovviamente diventa ancora più importante quando si tratta di caricabatterie e batterie, in quanto strumenti ad energia elettrica connessi direttamente con l’alimentazione a 220V di casa.

Sfortunatamente laddove spesso le nostre orecchie tendono ad ignorare, alle volte ci pensa la cronaca a lanciare allarmi rumorosi e impossibili da ignorare, questo è quanto ci insegna quanto accaduto a Maria Antonietta Cutillo, una ragazza di sedici anni di Montefalcione (in provincia di Avellino) che frequentava il secondo anno dell’istituto alberghiero del capoluogo irpino, morta folgorata nella propria vasca da bagno.

 

Caricabatterie non a norma

La Procura di Avellino ha ricostruito i fatti e ha concluso che la ragazza si trovava in vasca in videochiamata con un’amica con il telefono connesso all’alimentazione su una presa elettrica di casa, quando poi per sbaglio il telefono è scivolato dalle sue mani cadendo in vasca portandola alla folgorazione istantanea e fatale. Secondo la Procura la causa specifica della morte della ragazza, è legata a uno specifico componente, ovvero “un caricabatterie non a norma importato dalla Cina”.

Ora ovviamente sono scattate tutte le indagini del caso, nel dettaglio cinque imprenditori, di cui quattro di nazionalità cinese, sono ora indagati per omicidio colposo, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi falsificati, sono stati inoltre sequestrati numerosi caricabatterie simili a quello incriminato.

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