Durante gli scavi di una tomba di 3.500 anni a Tel Megiddo, in Israele, gli scienziati hanno scoperto un teschio con una caratteristica sorprendente: un foro quadrato che è una chiara prova di un’antica operazione al cervello.
Nessuno sa quali mani ferme abbiano eseguito l’operazione o quale esperienza abbia fatto sentire il chirurgo pronto a rimuovere parte del cranio di un essere umano vivente. Al paziente è stata somministrata un’anestesia o una sostanza che altera la mente? O è stato lasciato a vivere l’operazione con un dolore lancinante?
“Posso solo ipotizzare sulla base della quantità di prove patologiche presenti su questo individuo che si sia trattato di un intervento a causa del deterioramento delle condizioni“, afferma Rachel Kalisher, bioarcheologa della Brown University. “Ma non abbiamo davvero una risposta chiara.”
Lo studio di Kalisher e dei suoi colleghi, pubblicato mercoledì su PLOS One, descrive i resti di due fratelli dell’età del bronzo sepolti insieme in un quartiere d’élite di Tel Megiddo. Entrambi i fratelli, vissuti tra il 1550 e il 1450 a.C., mostrano segni di problemi di sviluppo e malattie croniche.
Come è stato operato
Conosciuta come trapanazione, la procedura prevede di praticare un foro in una testa umana perforando, tagliando o raschiando il cranio. Tali interventi chirurgici si sono verificati tra i popoli antichi di tutto il mondo, ma è relativamente raro trovare prove di trapanazione in Medio Oriente. Quindi cosa ha spinto questo particolare intervento medico?
La teoria di Kalisher è che lo status sociale dei fratelli potrebbe aver offerto loro le cure e le risorse per sopravvivere alla loro malattia più a lungo dei meno fortunati. Dopo la morte di un fratello, l’altro potrebbe aver cercato di effettuare un intervento chirurgico al cranio nel disperato tentativo di alleviare i suoi sintomi debilitanti.
I fratelli, furono sepolti sotto i pavimenti della loro casa di famiglia nella ricca città dell’età del bronzo che si trovava a cavallo delle rotte commerciali tra Egitto, Siria-Mesopotamia e Anatolia. Il centro urbano fortificato è ricco di templi e architetture monumentali.
L’analisi della posizione della tomba e del corpo rivela che un fratello morì nella tarda adolescenza o all’inizio dei vent’anni e fu sepolto da uno a tre anni prima dell’altro. Quando suo fratello morì dopo il suo intervento chirurgico senza successo, all’età di 21 anni o più, il fratello precedentemente deceduto fu riesumato in modo che i due potessero essere sepolti insieme, una pratica comune nell’area durante l’età del bronzo.