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Ufficialmente il vaccino di Johnson & Johnson è arrivato in Italia, ma il suo utilizzo inizierà soltanto giovedì. La sua particolarità principale che lo rende un trattamento particolarmente atteso è il fatto che è monodose. Detto questo, allo stato attuale non si può sapere quanto può durare la protezione fornita dagli anticorpi prodotti in seguito all’inoculazione del suddetto.

La sperimentazione ha permesso di scoprire che l’immunità inizia a comparire dopo due settimane dalla somministrazione. Attualmente sta venendo discusso il da farsi tra diversi mesi e tra le opzioni c’è da ipotizzare la necessità di fare un richiamo del vaccino. Ovviamente, a seconda di come la pandemia si evolverà, il richiamo potrebbe essere necessario per tutti i vaccini, ma ancora di più per quello Janssen.

 

Johnson & Johnson: il vaccino monodose

Il vaccino Pfizer, per esempio, al momento è stato dimostrato che funziona anche oltre i sei mesi, ma non si può sapere per quanto. La speranza della casa farmaceutica, come di BioNTech, è che possa garantire una protezione fino a due anni con le sole due dosi di vaccino previste fino ad ora.

Le parole di Armando Genazzani, membro di una delle sezioni dell’EMA, sul vaccino in questione: “Al momento è stato studiato come vaccino di cui si dà una singola dose e sappiamo dare una protezione 14 giorni dopo la somministrazione. Non sappiamo quanto duri, potrebbe benissimo essere che serva un richiamo in seguito, ci sono degli studi che lo stanno valutando. Intanto possiamo cominciare a vaccinare. Può essere che tra giugno e settembre raggiungeremo l’immunità di gregge se AstraZeneca, Pfizer, Moderna e J&J riusciranno a mantenere le quote e le dosi che sostengono di poter produrre.”

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