Noi tutti negli ultimi tempi abbiamo sentito parlare di Bitcoin, la criptovaluta diventata ormai una vera e propria bandiera nel mondo digitale grazie al proprio valore al cambio davvero esorbitante unito a delle caratteristiche intrinseche che lo rendono molto apprezzato, per citarne due basti pensare alla sua immunità all’inflazione e alla non reperibilità delle parti in una transazione.

Al pari del bitcoin, famoso è diventato anche il processo per la loro estrazione, stiamo parlando del mining, un processo di validazione dei blocchi che compongono la blockchain attraverso la crittografia e la decriptazione di vari hash per cui è necessaria in poche parole, la potenza di calcolo, fornita nella nostra era dalle GPU di cui il mercato è stato letteralmente depauperato.

A quanto pare però, per minare si può usare un po’ qualunque strumento purchè dotato di un centro di processazione, dalle GPU, alle CPU passando anche per gli smartphone, ma non è tutto, infatti a quanto pare è anche possibile utilizzare un antiquato Game Boy, vediamo insieme come.

Uno stuzzicadenti per scavare una galleria

Come potete notare nel video caricato su YouTube, l’utente stacksmashing, ha preso un originale Game Boy e l’ha collegato a internet tramite un Raspberry Pi Pico, utilizzando una versione modificata del cavo per la connessione tramite porta Link, precedentemente nata per il multiplayer locale su Tetris o per lo scambio di creature con i vari titoli Pokémon.

Con le dovute modifiche l’iconica console Nintendo, è riuscita a collegarsi al nodo Bitcoin e ha iniziato a minare, esattamente come farebbe una qualunque scheda video o laptop gaming, con una velocità calcolata di 0,8 hashes al secondo, un valore infinitesimale rispetto a quelli raggiunti dalle mining farm, il quale, secondo lo youtuber, si tradurrebbe in un bitcoin in circa due milioni di miliardi di anni.

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