Purtroppo se ne parla ancora poco ma se l’Italia sta gradualmente (e forse frettolosamente) riaprendo le attività economiche del paese è per paura dello spauracchio default. Gli Stati dell’Unione Europea prima o poi dovranno far fronte a una crisi di liquidità per sostenere le proprie economie a causa della riduzione massiva del versamento delle imposte dirette e indirette da parte dei cittadini.
In più, gli Stati stanno fronteggiando l’emergenza Coronavirus spendendo molti dei fondi destinati alla manovra finanziaria e per questo, senza troppi allarmismi, un possibile default del nostro Paese è qualcosa da considerare. Ma noi cittadini dobbiamo prima di tutto guardare i nostri interessi e proteggere il capitale che abbiamo in banca. Vediamo come procedere.
Italia in default: come difendere i risparmi se succede
Per evitare che la crisi mangi il nostro potere di acquisto dobbiamo anzitutto togliere i soldi fermi sul conto corrente e diversificare gli investimenti. In queste situazioni dobbiamo scegliere se puntare a capitali più sicuri a minor rendimento come i depositi oppure investire puntando a rendimenti più elevati ma azzardati. In periodi di crisi c’è la possibilità di spuntare rendimenti interessanti tra le decine di proposte presenti sul mercato per i conti deposito, basta che siano italiani e garantiti dalla Autorità di vigilanza del nostro Paese.
Valutando invece le azioni sulle principali Borse mondiali, anche se il valore dei titoli sta fluttuando pericolosamente per colpa del Coronavirus qualche possibilità c’è. Tuttavia chi ha già investito è meglio che stia fermo, poiché anche nelle perdite non c’è motivo di preoccuparsi troppo se ha strutturato investimenti su più mercati azionari.
Per chi invece vuole investire ci saranno sicuramente delle buone occasioni, ma bisogna saper selezionare attentamente ciò che offre il mercato e scegliere il cavallo migliore pronto alla risalita. Come si sa il capitale in titoli azionari è sempre a rischio fallimento, ma è possibile proteggersi dal calo delle quotazioni pagando un prezzo sull’abbattimento dei rendimenti in caso di crescita del valore delle azioni.