Google ha deciso di non prender parte alla giornata dedicata al Pesce d’Aprile in occasione dell’emergenza COVID-19. L’azienda negli anni scorsi ha sempre scherzato con i suoi utenti proponendo doodle fuori dagli schemi, a volte innocui come il doodle riportato all’inizio di quest’articolo in cui tutto è al contrario.
La società al momento è focalizzata sull’essere utile per le persone e la situazione d’emergenza che stiamo affrontando. Dunque, ha dichiarato che non avrebbe lanciato nulla di particolare come negli anni precedenti. Il colosso tecnologico pubblica solitamente numerose battute in occasione del pesce d’aprile tramite i suoi doodle, intese anche come un modo per scherzare con l’utenza proponendo contenuti singolari, e talvolta anche interattivi. Quest’anno il doodle è lo stesso di sempre.
Google rinuncia ai doodle e al Pesce d’Aprile per mostrare solidarietà in occasione dell’emergenza COVID-19
Ci sono così tanti doodle che è possibile consultare un’intera pagina di Wikipedia la quale riporta tutti quelli proposti fino ad ora. La tradizione è iniziata nel 2000, poco dopo la formazione stessa di Google come lo conosciamo oggi. Questi doodle anche se teoricamente interessanti non sempre riscontrano successo. Ad esempio, nel 2016, è stato nascosto il tasto corrispondente al microfono. Gli utenti si sono lamentati di aver persino perso il lavoro a causa di insulti a colleghi trapelati a loro insaputa.
Quest’anno, per evitare che si verificassero inconvenienti come nel 2016, la compagnia ha invitato il suo personale a non creare disguidi in un periodo già critico. Il responsabile marketing di Google, Lorraine Twohill, ha esortato i manager a garantire che i team non stessero lavorando su progetti in previsione del primo aprile. “Il nostro obiettivo in questo momento è di essere di aiuto alle persone. Quindi, salviamo le battute per il prossimo aprile, che sarà senza dubbio molto più luminoso di questo“, ha scritto Twohill. Microsoft, invece, ha deciso di evitare qualsiasi tipo di scherzo già dall’anno scorso. Infatti, per quanto innocue possano sembrare queste iniziative, l’azienda ha ricordato che spesso “generano cicli indesiderati di notizie, c’è anche chi può prendersela” e il risultato ottenuto è l’esatto opposto.