L’ufficialità dell’unione fra le due società di BMW e Daimler nel loro comparto Business Unit Mobility era già arrivata quando, a dicembre scorso, l’operazione ottenne l’ok dalla commissione europea. Da essere soltanto voci, circolanti già dal 2016, si è trasformato in una solida realtà grazie alla recente approvazione. E pensare che sembrava un’utopia che due nemici per la pelle finissero per collaborare e addirittura fondare una nuova realtà insieme, in cui ciascuna delle due società deterrà il 50% del capitale.
Perfino il marchio sembra quasi confermato: dovrebbe chiamarsi “Jurbey”, e riunirà sotto il suo nome tutti i servizi in passato affidati a Car2go e Drivenow, afferenti ad ogni area del car sharing, fino alle postazioni di ride, ricerca e prenotazione dei parcheggi e perfino siti di ricarica della batteria per le auto elettriche.
In realtà la costituzione della nuova società doveva avvenire entro fine gennaio, stando a quanto espressamente detto in conferenza stampa lo scorso dicembre, ma evidentemente le procedure burocratiche per poterla avviare non sono ancora terminate. L’ultimo passo fatto in ordine temporale ha riguardato l’approvazione da parte dell’autorità di concorrenza statunitense, che ha posto la propria firma in approvazione del progetto, e la scelta del nome e del marchio, ad oggi ancora incerto ma su cui attendiamo presto conferme.
Car2go e Drivenow: diventano un’unica società
Si stima che l’attuale servizio di car sharing, con la fusione delle due società, arriverà a contare 4 milioni di clienti, con 2600 veicoli in diverse città d’Italia. Gli utenti avranno a disposizione innumerevoli servizi oltre a quelli già citati, come ad esempio la Taxiapp MyTaxi, i sistemi di fatturazione locali, mobilità multilivello on demand grazie a Moovel e ReachNow, che include bici a noleggio, oltre al servizio ParkNow e Parkmobile, per pagare le soste sulle strisce blu o all’interno dei garage. A queste si aggiungono Chauffeur Privé e Clever Taxi in Europa, mentre in Sud America c’è Beat, servizi che nel complesso riuniscono quasi 16 milioni di clienti.
Un’innovazione sostanziale consisterà nel servizio Mytaximatch, che invece permetterà il taxi-sharing per condividere la propria corsa in taxi con altri utenti che ne hanno bisogno, dallo stesso punto o da postazioni vicine.
La portata di queste novità si percepisce in maniera preponderante se si pensa che nella sola Amburgo sono in installazione ben 1000 nuovi punti di ricarica per auto elettriche, in previsione di un maggior numero di automobili elettriche in circolazione. Questo consentirà alla nuova società di implementare il numero di i3 messe a disposizione nel car sharing da 200 a 550, volgendo lo sguardo a quello che sarà il futuro della mobilità su strada.
Il passo sarà notevole, ma è il migliore auspicabile per rendere le grandi città più vivibili, ottenendo così una perfetta integrazione tra l’intenzione teorica di una città con un minor numero di emissioni dovute al trasporto urbano e la pratica di un servizio che soddisfi concretamente le reali esigenze dell’utenza. Nella speranza che il modello offerto da queste città aderenti possa estendersi e diventare riferimento anche per altre realtà territoriali.