DVB-T2

Lo standard DVB-T2 rappresenterà presto una realtà con cui tutte le emittenti televisive dovranno confrontarsi per continuare a trasmettere i propri canali in broadcast. In cambio, il nuovo standard per il digitale terrestre offre un incremento significativo della quantità di contenuti effettivamente a disposizione, con una qualità di trasmissione mai vista finora in TV.

Il cambio è stato imposto dalle Direttive UE in materia di ristrutturazione delle telecomunicazioni. Il fulcro dell’ingranaggio è stato lo sviluppo della rete 5G, la quale ha necessitato di un pacchetto di frequenze radio oggi occupate proprio dalle emittenti televisive. Il 2020 sarà l’anno cruciale perché il DVB-T2 diventi una realtà tangibile.

 

DVB-T2: brutte notizie per le famiglie

Quello che ora è invece già materiale da discussione è la più che probabile brutta notizia  per tutti i consumatori non in possesso di televisori di ultima generazione, le quali devono supportare il codec HEVC/H.265, che dovranno necessariamente cambiare apparecchio. Eventualmente potrebbero dotarsi di un decoder compatibile, ma sarebbe comunque una soluzione dispendiosa e temporanea.

Per favorire il cambio generazionale, lo Stato sembra aver messo a disposizione un bonus del valore di 25 euro (saranno troppi?) per tutti gli utenti costretti a sostenere una spesa per ammodernamento degli apparecchi TV a causa del DVB-T2.

D’altro canto, i decoder non costeranno tanto quanto una TV nuova, fermo restando che il precedente avvento del digitale terrestre vide un inevitabile cambio di apparecchi televisivi anche dopo l’acquisto di un decoder. Pertanto, il 2019 si aprirà con un dilemma per le famiglie italiane: acquistare sin da subito una TV (prodotta dopo il 2016) che sia già pronta con i nuovi standard, o prendere un decoder che tamponi una spesa cospicua non prevista?

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