Durante un’intervista del Corriere della Sera Finanza ad Aldo Bisio, A.D. di Vodafone Italia, sulla nuova tecnologia di connessione 5G, sono emerse delle interessanti rivelazioni che preannunciano una svolta anche per quanto riguarda il mercato dei piani di tariffazione delle opzioni ricaricabili, che dallo scorso 2016 versavano in una una fase di stallo tra gli operatori telefonici e le autorità competenti: la Vodafone farà presto un nuovo passaggio alla fatturazione mensile a 30 giorni, lasciando quindi quella a 28 giorni che dalla sua comparsa ha fatto storcere il naso a non pochi tra clienti e associazioni dei consumatori.
È anche in relazione alle contromosse dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il cui relatore Commissario Francesco Posteraro, ha preso la decisione di procedere con delle sanzioni a carico degli operatori telefonici a causa dell’inadempienza nel rispettare le “disposizioni relative alla scadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche”.
Infatti per una maggiore trasparenza, con la delibera 121/17/CONS l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha infatti stabilito a partire dal marzo scorso che la base per l’unita di tempo delle fatturazioni per la telefonia fissa e mobile doveva essere il mese e/o i suoi multipli. Ma terminate le verifiche di Agcom si è evidenziata una generale inottemperanza alla delibera.
Vodafone anticipa il governo
Agcom per di più valuta l’adozione de altre possibili contromisure per evitare la diffusione di questa pratica ad altri campi.
Infatti Bisio, in risposta al giornalista del Corriere ha dichiarato: «Nell’aprile del 2016 abbiamo ridotto il ciclo di fatturazione e nei fatti aumentato i prezzi. Era un’operazione legittima in un sistema di mercato liberalizzato, dove i prezzi sono tra i più più competitivi d’Europa. Alla luce dell’attenzione posta dal Governo e dalle Autorità, ci siamo resi conto che abbiamo sottovalutato un elemento importante che ci lega ai clienti, la trasparenza. Abbiamo dunque deciso che ritorneremo al ciclo di fatturazione precedente. Sono investimenti ingenti, abbiamo avviato i lavori, e lo faremo rapidamente».
Questa retromarcia nei confronti di un modus operandi poco apprezzato dai consumatori, e soprattutto da AGCOM e governo evidenzia sia un tentativo di riavvicinamento a quel ramo di clientela che aveva abbandonato il brand per offerte meno costose ma effettivamente anche un riconoscimento di poca trasparenza che contraddistingueva la tariffa a 28 giorni.
Vodafone si è già mossa in una situazione che da qui a poco tempo poteva diventare poco piacevole a causa delle contromisure di possibile attuazione da parte del governo che altre alle sanzioni può condurre alla messa al bando della tariffazione e al conseguente innalzamento delle sanzioni.
Il passo indietro dell’operatore rosso si può interpretare come un punto di resa, infatti Vodafone per prima ha deciso di far partire questo cambiamento e anche quindi di mostrarsi virtuosa e vicino agli interessi del consumatore. Ciò avviene anche come contromossa all’imminente entrata sul mercato italiano della compagnia low cost Free/ho. mobile.
In questa transizione però uno dei punti meno chiari è se con il passaggio alla tariffazione a canone mensile si conserverà la tariffazione o se i costi delle offerte aumenteranno annullando di fatti l’effetto della del passaggio da 28 a 30 giorni.
Un cambiamento così repentino di uno dei colossi del campo delle telecomunicazioni mette sotto pressione le altre big del mercato che si trovano improvvisamente davanti ad una scelta, seguire la corrente messa in moto dalla grande rivale scatenando un enorme effetto domino, oppure attenderanno nuovi sviluppi da parte del governo?