La teoria che vede la Terra come un grande zoo per gli alieni

Una delle domande che più ci poniamo è sicuramente: ‘Siamo soli nell’Universo?’. Se esiste vita al di fuori della Terra è uno dei dibattiti più ricorrenti degli ultimi decenni.

L’Universo è grande circa 46 milioni di anni luce, quindi sembra davvero assurdo pensare che ci siano solo gli esseri umani in tutto questo spazio.

Ecco perché si è alla ricerca di prove indiscutibili sull’esistenze di altre forme di intelligenza, partendo dallo studio di Pianeti che potrebbero ospitare la vita, grazie alla presenza di acqua e altri minerali.

Molte di queste teorie sono avallate dalla presenza di avvistamenti e segnali inusuali come oggetti volanti non identificati e alcune trasmissioni radio misteriose.

La strabiliante teoria sulla Terra come uno zoo alieno

Ma allora se esistono realmente delle forme di vita intelligenti e tecnologicamente più avanzate, perché non si fanno vedere e si tengono così nascosti ai nostri occhi?

Una teoria che spieghi tutto questo mistero è stata formulata già nel 1973 da un astrofisico di Harvard, John Allen Ball.

L’ipotesi di Ball è molto interessante poiché mette in luce proprio la voglia di questi fantomatici alieni di rimanere nascosti e di non uscire allo scoperto.

Proprio in questi giorni un articolo firmato dagli scienziati Ian Andrew Crawford e Dirk Schulze-Makuch e pubblicato sulla rivista Nature Astronomy riprende la teoria dell’astrofisico che vede la Terra come un grande zoo progettato dagli alieni.

Queste ipotesi riprendono il celebre Paradosso di Fermi, riflessione che prende il nome del famoso fisico italiano, che si interroga proprio su questa questione: se nell’Universo sono presenti così tanti pianeti, ci dovrebbero essere altre forme di vita. Ma se ci sono, perché non riusciamo a trovarle?

Le risposte possibili sono ovviamente due: o le forme di vita intelligente non esistono (o sono poche) oppure si nascondono volontariamente da noi, e per quale motivo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Articolo precedenteCaso Craig Wright: continua la storia del presunto creatore di Bitcoin
Articolo successivoDignifAI: quando l’IA riveste le donne, ma senza il loro consenso