Onde gravitazionali ultralunghe, il respiro dell'universo rivelato da 25 stelle pulsar

Un gruppo internazionale di ricercatori ha recentemente fatto un passo avanti significativo nella scoperta delle onde gravitazionali a bassissima frequenza e ultra-lunghe. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’osservazione di 25 stelle pulsar, stelle ultra-dense che ruotano rapidamente su se stesse, distribuite nella Via Lattea.

Onde gravitazionali ultralunghe, il respiro dell’universo rivelato da 25 stelle pulsar

Le pulsar sono considerate degli orologi naturali ad alta precisione. Gli scienziati hanno utilizzato i radiotelescopi per osservare queste stelle e trasformarle in un rivelatore cosmico di onde gravitazionali. Le misurazioni ottenute hanno permesso di rilevare le minime dilatazioni e compressioni dello spazio-tempo causate dal passaggio delle onde gravitazionali provenienti dall’Universo lontano. Questo ritmo ricorda quello del respiro, da cui il termine “respiro del cosmo”.

La scoperta delle onde gravitazionali a bassissima frequenza e ultra-lunghe apre una nuova finestra sull’universo. Queste onde sono associate a sorgenti e fenomeni unici, come i sistemi binari formati da due buchi neri supermassicci, con masse miliardi di volte maggiori di quella del Sole, che si trovano al centro di galassie in fusione.

Tuttavia, per confermare definitivamente la scoperta, è necessario che il risultato abbia una probabilità di verificarsi in modo casuale inferiore a una volta su un milione di casi. Il risultato attuale si avvicina a questo criterio, ma non lo soddisfa pienamente. Pertanto, i ricercatori stanno combinando i loro dati all’interno del coordinamento dell’International Pulsar Timing Array, con l’obiettivo di utilizzare le misure fatte su un campione di oltre 100 pulsar, osservate con 13 radiotelescopi in tutto il mondo.

La scoperta di queste nuove onde gravitazionali rappresenta un grande passo avanti per l’astrofisica, permettendo una migliore comprensione della fisica delle galassie in fusione e dei buchi neri supermassicci che esse ospitano. Tale risultato scientifico conferma il ruolo centrale dell’Italia, e in particolare della Sardegna con il Sardinia Radio Telescope, nello studio delle onde gravitazionali.

Articolo precedenteLi Auto L8 – il nuovo modello arriva dalla Cina, costa poco ed è di ottima qualità
Articolo successivoGame Boy, quando la tecnologia è in grado di resistere persino ai bombardamenti