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Minare criptovalute è un processo in realtà abbastanza semplice, tutti lo possono fare in casa propria. Detto questo, se si vuole veramente fare un profitto ci vogliono più macchine funzionanti e tanta corrente elettrica. Anche in questo caso, per il primo aspetto ci vogliono solo dei capitali da investire mentre per la corrente elettrica non è così semplice.

Non è facile farsi approvare una capacità elevata di corrente, anche pagando, ci vogliono delle motivazioni valide. Per questo motivo, in diverse parti del mondo alcuni si limitano a rubare la corrente in qualche modo. Un gruppo del genere di minatori di criptovalute è stato arrestato per questo motivo nel Regno Unito, ma l’indagine era partita per tutt’altro motivo.

Criptovalute o marijuana: consumi elettrici simili

I minatori avevano scelto un fabbrica di Birmingham per il loro progetto dedicato alle criptovalute. La polizia aveva noto che c’era qualcosa che non andava per via di un continuo via vai di persone dall’edificio in questione con la presenza di un sospetto numero di cavi e di altri macchinari. Successivamente con dei droni dotati di telecamere termiche avevano registrato un calore eccessivo.

I poliziotti hanno fatto due calcoli e hanno ipotizzato la presenza di una piantagione di marijuana. Considerando che il clima inglese non è esattamente il migliore per coltivare tale pianta, il calore e il consumo elettrico sono stati attribuiti all’uso di lampade speciali per le piante e per i sistemi di ventilazione. Ovviamente quando hanno fatto il blitz nella fabbrica si sono trovati di fronti altro. Sono stati comunque arrestati in quanto stavano, appunto, rubando corrente elettrica.

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