fertilità

Negli ultimi anni si è registrato un importante calo della nascite la cui causa viene spesso attribuita all’instabilità economica e lavorativa delle giovani coppie, alla vita stressante. Tutto ciò, ovviamente ha delle conseguenze in termini di fertilità sia maschile che femminile. Però, sembrerebbe che questo calo importante della fertilità sia correlato non solo a questi problemi di natura economica e sociale, ma anche all’esposizione ad alcune sostanze chimiche che sembra siano la causa principale di questo problema ormai sempre più presente.

A far luce sugli effetti negativi di queste sostanze chimiche sulla fertilità è la professoressa Shanna Swan della Mount Sinai School of Medicine (New York). In un’intervista rilasciata sul The Guardian, la professoressa ha evidenziato i nemici numeri uno della fertilità: gli ftalati e il bisfenolo A.

Sostanze chimiche e calo della fertilità: esiste una correlazione

I primi, che rendono la plastica più morbida e flessibile, sono utilizzati nei processi di produzione, trasformazione e confezionamento del cibo ma si possono trovare anche in prodotti cosmetici o di pulizia per la casa. L’esposizione a tali sostanze correla con una riduzione di testosterone e con una riduzione della concentrazione degli spermatozoi negli uomini. Nelle donne, invece, l’esposizione ai ftalati correla con insufficienza ovarica, aborto e parto prematuro. Il bisfenolo A, al contrario, viene utilizzato per indurire la plastica e si trova anche negli scontrini e nei rivestimenti di alcuni contenitori per alimenti. L’esposizione a tale sostanza correla, negli uomini, con un peggioramento della qualità dello sperma e con il rischio di soffrire di disfunzione erettile. Mentre nelle donne, il bisfenolo A può simulare la presenza di estrogeni, particolarmente dannosa per le donne.

La cosa migliore è quella di evitare il più possibile l’esposizione a tali sostanze, cercando di contrastare questo calo notevole della fertilità che negli ultimi decenni è aumentato sempre più. Infatti, le stime prevedono che, se non si inverte questa tendenza, per il 2045 la metà delle coppie per concepire un figlio dovrà ricorrere alla fecondazione assistita.

FONTEThe Guardian
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