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I droni da combattimento sono forse l’arma più famigerata in dotazione all’esercito degli Stati Uniti, perlomeno per quanto riguarda quelle più utilizzate in tempi moderni. Il loro uso costante non è una novità. Sono dotati di armamenti letali e precisi, ma adesso vogliono aggiungerci altro, qualcosa di più esotico e fantascientifico.

L’esercito vuole dotare questi droni con armi laser e armi a microonde. Da specificare che si tratterà di qualcosa di non letale, ma dispositivi che sfruttano energia diretta a bassa potenza. Perché aggiungere tutto questo a qualcosa di così famigerato? Proprio per risolvere un problema che è sorto più volte.

Droni da combattimento: renderli un po’ meno letali

Si vuole distruggere qualcosa, magari senza farsi notare o senza mettere a rischio la vita di qualcuno, allora si mandano i droni da combattimento senza pilota. Il problema di tutto questo è che poi il piano cambia e non serve più obliterare il bersaglio. Attualmente non resta che annullare la missione e per questo vogliono risolvere.

Aggiungendo tecnologie del genere sarà possibile rendere questi droni ancora più utili a 360° gradi. Ovviamente la speranza sarebbe di non contare il meno possibile su missili in grado di fare esplodere intere abitazioni, ma purtroppo ogni tanto è richiesto l’uso della forza.

In sostanza quindi il Pentagono sta lavorando per aggiungere ai droni da combattimento armi laser in grado di mettere fuori uso sistemi elettronici o altro. I fasci laser dovrebbero anche essere in grado di stordire il nemico in carne e ossa. Armi che per loro natura dovranno essere piccole per non inficiare il volo del velivolo.

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