Sapevamo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, ovvero il momento di dire addio al processore Kirin di Huawei e della complicata situazione che sta vivendo a causa del ban degli Stati Uniti.

Negli ultimi giorni di maggio abbiamo avuto l’occasione di affrontare l’argomento processori, enorme gatta da pelare per il produttore cinese, ed in particolar modo vagliare ogni alternativa possibile.

 

Huawei dirà addio al suo processore Kirin a metà del mese di settembre 2020

Oggi, a mesi di distanza è arrivata la conferma ufficiale, il colosso cinese Huawei smetterà di produrre i propri chip HiSilicon Kirin a partire dal prossimo 15 settembre 2020. La causa è presto spiegata: il design e la logica dei chip in questione è responsabilità di Cadence Design Systems e Synopsys, mentre la taiwanese TSMC, produttrice dei processori, ha deciso di tirarsi fuori per non inimicarsi il governo americano.

La situazione per Huawei a questo punto è veramente scomoda. Le soluzioni sembrerebbero essere soltanto due: la prima riguarda una stretta di mano ancora più solida con MediaTek (non a caso Huawei ha incrementato del 300% gli ordini), forte della sua nuova gamma Dimensity. La seconda invece risiende nell’iniziare a produrre in proprio i componenti in questione.

Inutile sottolineare come entrambe le ipotesi portino con sé una mole infinita di rischi e fallimenti, ma la strada è segnata e il tempo è poco. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Qualcomm starebbe facendo in questi giorni una pesante attività di lobbying sull’amministrazione Trump affinché le sanzioni contro Huawei possano essere allentate.

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