Siamo nel 2020 ed è inutile negarlo, al giorno d’oggi avere nel proprio salotto o nelle proprie tasche un dispositivo in grado di sfruttare delle tariffe telefoniche è assolutamente necessario, in quanto restare costantemente connessi col mondo è un passo obbligato nella vita di tutti i giorni.

Ovviamente per poter fruire di questi servizi è necessario stipulare un contratto adeguato con un provider dedicato, che a fronte di un canone mensile da voi corrisposto, si impegnerà a offrirvi quanto concordato, il che di solito si articola in promozioni come voce+dati internet, il tutto ovviamente variabile in base al contratto che stipulate.

Sembra tutto troppo semplice, purtroppo non lo è, infatti molto spesso capita, durante la stipulazione di un contratto, che alcuni dettagli, ovviamente a pagamento, non vengano sottolineati, come ad esempio una segreteria telefonica dal costo elevato al minuto, costi di attivazione altissimi e more di recesso ancora più esorbitanti.

Si tratta ovviamente di piccoli escamotage congegnati per incrementare gli introiti, attraverso appunto cavilli contrattuali che una volta accettati, seppur allo scuro di essi, devono essere rispettati e quindi nel caso pagati, anche troppo.

Stratagemmi per compensare la competizione al prezzo più basso

In un mercato che oramai è dominato da una competizione al prezzo più basso, in cui appunto i providers cercano di offrire il più possibile ad un prezzo al primo sguardo irrisorio, gli stessi ovviamente cercano di recuperare questo calo dei prezzi attraverso dei piccoli stratagemmi legati ad altre caratteristiche del contratto, ovviamente senza palesare nulla di tutto ciò durante il contatto.

L’esempio più classico e conosciuto da tutti è sicuramente quello dei costi di attivazione di SIM e magari di una promozione, i quali possono portarvi ad un esborso quasi doppio rispetto a quello previsto dai soli canoni mensili.

Molti providers sfruttano queste pratiche per arrotondare gli introiti, un esempio emblematico fu quello di TIM che venne multata dall’AGCM per 4,8 milioni di euro proprio a causa di questo comportamento poco trasparente nei confronti dei suoi clienti.

Ma qual’è il modo di difendersi da questi costi nascosti e non espressi ? Un modo universale sostanzialmente non c’è, l’unica cosa da fare è un’autodifesa basata sull’attenzione, ovvero cercare di carpire quanto più possibile dalle parole di chi vi parla e informandovi su internet, magari imparando anche a procedere a disattivazioni online invece che telefoniche, di certo più rapide.

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