conto corrente Pignoramento del conto corrente: ecco i casi in cui questo può avvenire

L’evasione fiscale continua ad essere una forte e importante piega, ma il Fisco italiano non si ferma mai in questa guerra anche nella situazione di emergenza attuale. Secondo alcune indiscrezioni emerse nelle ultime settimane, ad avere un nuovo potere è proprio il Fisco perché può chiudere tutte le cartelle Equitalia non saldate negli ultimi anni.

I cittadini, infatti, sono molto preoccupati perché il nuovo potere acquisito dal Fisco può avvenire tramite il prelievo forzato dai conti correnti. Ecco in quali casi e in che modo può avvenire.

Pignoramento del conto corrente: ecco i casi in cui può avvenire

Equitalia, dunque, lascia il comando al Fisco con dei poteri ancora più ampi rispetto a quelli della nota società. Le procedure sono ormai cambiate, ad esempio, non è più necessario la presenza di un giudice per legittimare l’operazione e procedere con il pignoramento. Può essere effettuate, dunque, soltanto in casi estremi e se i consumatori in questione possiedono abbastanza denaro sul conto corrente per saldare il debito.

Il contribuente gode di un tempo massimo di sessanta giorni per decidere la soluzione migliore come saldare il debito in un’unica soluzione, procedere con il prelievo forzoso oppure procedere con la rateizzazione. Il Fisco procede con il pignoramento del conto corrente quando i contribuenti non hanno preso una decisione oltre il tempo massimo previsto.

Fortunatamente i consumatori hanno tutto il tempo di prendere la decisione che più rispecchia le proprie esigenza entro i sessanta giorni. Quello del prelievo forzoso, infatti, è una procedura non così aggressiva. 

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