In questo periodo di restrizioni domiciliari l’unico vero problema degli Italiani è la famigerata “spesa”. Il lockdown, iniziato l’8 marzo, ha portato gli Italiani ha rivedere quelle che erano le normali abitudini acquisite nel tempo. Se consideriamo anche che la parola d’ordine di questa emergenza è “evitare ogni tipo di assembramento”, si capisce che fare le provviste è diventato potenzialmente un problema.
A questo si poteva ovviare con la tecnologia, magari supportando le fasce più deboli della popolazione come ad esempio gli anziani. La spesa on line con consegna a domicilio poteva essere un’arma davvero vincente durante l’emergenza ma, bisogna constatare, che purtroppo il meccanismo riscontra una miriade di problemi ad oggi ancora irrisolti.
Quali sono i problemi dei grandi Brand Italiani e come ovviare
I grandi della distribuzione alimentare stanno riscontrando non pochi problemi con la spesa online e relative consegne a domicilio. Esselunga, nonostante la lodevole iniziativa di consegnare gratis agli over 65, ad oggi impiega circa 14 giorni per le consegne a casa, un’eternità.
Carrefour ha il sito completamente intasato, non permette l’accesso se non dopo due o tre ore e per le consegne ci mettono oltre 7 giorni.
Conad lo stesso, il sito mostra in continuazione il messaggio in cui si evince che è stato raggiunto il limite massimo di clienti possibile e non permette l’accesso.
Amazon, colosso delle consegne a domicilio, sull’alimentare non è il fenomeno di efficienza che tutti conosciamo. Permette di prenotare prodotti che ci si accorge, dopo pochi minuti, essere mancanti. I prezzi sono sopra la media e i consti di consegna arrivano anche a 20 euro.
A tutto questo ci sentiamo di consigliare un solo rimedio. I piccoli negozi di quartiere si stanno organizzando, alcuni sono già in grado di accettare ordini online mentre altri prendono gli ordini telefonicamente. Le consegne avvengono nel raggio di qualche chilometro e l’idea, di un ritorno a qualche anno fa, è davvero poetica.