distruzione TerraUno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Science evidenzia i pericoli per la vita sulla Terra cui potremmo incorrere tra meno di 30 anni. La noncuranza verso la natura potrebbe avere un prezzo alto per oltre cinque miliardi di persone che rischiano di morire di fame. Il rischio che cibo ed acqua non siano accessibili è alto per tantissimi abitanti del pianeta. Ecco le novità dopo le poco rassicuranti analisi degli esperti in materia.

 

Terra sull’orlo del disastro: viveri a zero con miliardi di persone costrette a fare la fame

La concreta minaccia dei meteoriti è solo uno degli scenari apocalittici cui potremmo andare in contro nei prossimi anni. Un team di studiosi ha tratto conclusioni poco rassicuranti sul futuro del pianeta Terra. Vaste aree dell’Africa e dell’Asia meridionale potrebbero risentire dell’azione intimidatoria di minacce come tempeste ed uragani pronti a spazzare via intere aree costiere e dell’entroterra oggi popolate da centinai di milioni di persone.

Il modello realizzato dal gruppo internazionale coordinato da Rebecca Chaplin-Kramer, dell’Università americana di Stanford, descrive la situazione a 30 anni da adesso. La negligenza dell’uomo potrebbe valere una carestia incontrollata con cibo ed acqua in rapido esaurimento.

Sulla base dei dati satellitari si sono realizzate delle mappe aggiornate utili a comprendere l’entità e lo sviluppo del fenomeno. Gli autori si sono concentrati su tre scenari. Si sono tenuti in considerazione:

  • contributo della natura per la qualità delle acque
  • protezione delle coste
  • impollinazione della flora per i campi coltivati

Dal modello è emerso un crescente scompenso per le capacità di sostentamento naturale per mano dell’uomo. Massimiliano Pasqui – ricercatore dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), ha spiegato:

“Questo studio insieme ad altri qualifica e quantifica la dipendenza funzionale tra il benessere umano e i diversi ecosistemi ed è un’ulteriore prova di come la natura non riesca più a sostenere il nostro benessere. Con importanti conseguenze, a partire dall’aumento delle migrazioni di massa.

Studi come questo gettano nuova luce su punti critici per le scelte da compiere nei prossimi anni per la salvaguardia del nostro Pianeta. Dovremmo ormai avere imparato che la Terra, se non trasformeremo le nostre abitudini, andrà avanti comunque, a prescindere dall’uomo. Il problema è nostro, di come sapremo interpretare i cambiamenti degli ecosistemi naturali e il loro impatto sul nostro benessere”.

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