Negli ultimi anni il pianeta rosso sta diventando bersaglio di un interesse sempre maggiore. Non solo a scopo conoscitivo: esplorare le condizioni di Marte sarà propedeutico per un’eventuale prospettiva di colonizzazione del pianeta.

Per quanto possa risultare fondamentale trarre informazioni in termini di conoscenza, il progetto di portare l’uomo a vivere su Marte ci “costringe” capire prima quali sarebbero le condizioni di vita sul pianeta. E soprattutto, se questa eventualità sia vicina oppure da demandare ad un momento più avanzato tecnologicamente.

Eppure, intorno a questo progetto sembra aleggiare un certo ottimismo: basti pensare al visionario Elon Musk che pare avere già pronto il razzo che porterà l’uomo ad un nuovo allunaggio e addirittura a raggiungere Marte. Per questo motivo, alcuni studi stanno aprendo scenari del tutto nuovi e imprevisti.

Vita su Marte: saremo noi a renderla possibile?

Dal microbiologo Jose Lopez, della Nova Southeastern University in Florida, arriva una proposta quando mai interessante. La sua intenzione sarebbe quella di rendere Marte abitabile impiegando alcuni batteri, detti anche estremofili per le loro capacità di adattarsi a condizioni di vita notoriamente complesse.

Il team guidato da Lopez ha dunque inviato questa richiesta alla NASA e alle altre agenzie spaziali, profilando la possibilità di inviare germi terrestri sul pianeta rosso. Questo servirebbe sostanzialmente a modificare l’attuale clima marziano per renderlo adatto alla vita umana.

Su questa proposta si è sollevato un dibattito non indifferente, dal momento che sin dalle prime esplorazioni interplanetarie ci si era imposti di non contaminare l’ecosistema degli altri mondi. Eppure potrebbe trattarsi dell’unico modo con cui rendere le condizioni atmosferiche di Marte sopportabili per gli esseri umani.

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