Caso Sky Champions League RAI MediasetRAI senza Champions League. Questo è l’ultimo aggiornamento che permea nelle testate giornalistiche di tutta la nazione, dove si descrive l’epilogo sugli accordi della prestigiosa competizione sportiva europea. Il Tribunale di Milano ha rigettato la seconda istanza di ricorso presentata dall’emittente TV di Stato contro Sky. Ad avere la meglio meglio in questa disputa è stata Mediaset, che ha acquisito il diritto di trasmettere gli incontri del mercoledì in chiaro attraverso le sue reti.

 

RAI perde contro Mediaset: Sky nega la Champions League

Lo sconto tra le due realtà televisive trae le sue radici dalle vicendi accadute a partire dallo scorso Maggio. Nell’occasione si è assistito al mancato rinnovo del contratto siglato tra le parti l’anno precedente. La stagione 2018 – 2019, difatti, avete previsto la trasmissione in diretta del turno di mercoledì sui canali RAI, oltre le due semi-finali e la finale in Ultra HD su RAI 4K.

L’intesa aveva previsto un diritto condizionato all’ottenimento dei diritti per la Serie A 2018 – 2021 Su Sky. La mutazione delle condizioni iniziali dovuta all’ingresso in scena di DAZN ha provocato un dissidio interno a causa dei 3 incontri settimanali trasmessi in streaming. Il primo ricorso è stato respinto a fine Giugno, quando il Tribunale di Milano aveva ritenuto insussistenti i presupposti per un’azione urgente contro Sky.

 

La reazione alla mancata concessione dei diritti sulla Champions League

Il nuovo ricorso ha avuto lo stesso effetto del precedente, con la situazione risoltasi a favore del colosso inglese del sistema pay-TV. I giudici hanno stabilito che:

“La Rai non vanta alcun rilevante interesse ad ottenere in questa sede cautelare una pronuncia di revisione dell’originaria decisione cautelare. L’efficace esercizio da parte di Rai del diritto di opzione concessole nel contratto relativo alla stagione 2018-19, alla luce delle obiezioni che Sky vi ha mosso già in prime cure, è allo stato seriamente revocabile in dubbio”.

Presa la batosta, la risposta della RAI non si è fatta attendere ed in un suo intervento ha sancito il proprio impegno sul fronte dei diritti sportivi:

“La Rai ha, nel calcio di club, l’esclusiva della Coppa Italia, la serie B, la serie C e il calcio a 5, siamo i primi a trasmettere in chiaro gli highlights della serie A. Si devono poi sommare l’esclusiva delle Nazionali di Calcio A maschile e femminile, dell’Under 21 e delle Nazionali ‘minori’, poi le migliori 27 partite dell’Europeo 2020. Ma non c’è solo il calcio. La Rai si impegna per mettere in luce il grande sport nelle sue moltissime discipline, facendo servizio pubblico: abbiamo gli europei di volley maschile e femminile, il beach volley, la coppa del mondo e i mondiali di sci, nordico e alpino, il grande rugby in Giappone, i maggiori eventi di nuoto, pallanuoto e tuffi, i campionati di volley e basket, la ginnastica, l’atletica, il pattinaggio, il motocross e il rally, abbiamo tutto il ciclismo nazionale, europeo e mondiale, i giochi Olimpici e Paralimpici con oltre 12 ore di programmazione giornaliera. Tutte le discipline sono rappresentate e trasmesse dalla Rai, con una programmazione che non ha pari tra le emittenti pubbliche europee.”

Decisamente negativa, invece, è stata la valutazione fornita da Usigrai e dal Cdr di Rai Sport che hanno sottolineato come:

” Non è tollerabile perdere il Mondiale di calcio, e poi investire in maniera così sprovveduta su un evento internazionale lasciando il coltello dalla parte del manico alla controparte. Mondiali di calcio, Champions, Europa League, Serie A di calcio femminile, Formula 1, Motomondiale, Grande tennis. Si allunga la lista degli eventi dai quali la Rai è rimasta fuori. E anche quando l’azienda acquista dei diritti, ci fa fare le comparse, costringendoci a lavorare male e a fare i salti mortali per fornire un prodotto degno del Servizio Pubblico. Per non parlare del sostanziale vuoto sui diritti per il web e le nuove piattaforme, come nella assurda scelta di rinunciarci per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Intanto noi ne parleremo nell’assemblea di redazione già fissata per fine mese. Da subito chiediamo un incontro urgente ai vertici aziendali”.

FONTErepubblica
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