Amazon

La piattaforma di e-commerce Amazon è nuovamente sotto accusa, ma questa volta ad accusarla è il Garante della Concorrenza, secondo il quale l’azienda “discrimina i venditori che non aderiscono ai suoi servizi di logistica”.

La piattaforma permette a tutti i venditori di far finire i propri prodotti tra i cosiddetti “bestbuy”, a patto che questi diventino prima clienti della logistica dell’azienda stessa. Scopriamo le accuse.

 

Amazon accusata dal Garante della Concorrenza

L’antitrust, a seguito di un’indagine sulla piattaforma, ha mandato i finanzieri nella sede milanese, quest’ultimi hanno aperto un procedimento istruttorio per presunto abuso di posizione dominante. Sotto i riflettori sono finite 5 aziende del gruppo di Jeff Bezos, Amazon Services Europe S.à r.l., Amazon Europe Core, Amazon EU (queste tre di diritto lussemburghese), Amazon Italia Services e Amazon Italia Logistica (basate invece a Milano).

Il Garante ha dichiarato: “Amazon conferirebbe unicamente ai venditori terzi che aderiscono al servizio di logistica offerto da Amazon stessa (“Logistica di Amazon” o “Fulfillment by Amazon”) vantaggi in termini di visibilità della propria offerta e di miglioramento delle proprie vendite su Amazon.com, rispetto ai venditori che non sono clienti di Logistica di Amazon. Tali condotte potrebbero non essere proprie di un confronto competitivo basato sui meriti, quanto piuttosto sulla possibilità di Amazon di discriminare sulla base dell’adesione o meno da parte dei venditori al servizio di logistica FBA“.

Per un venditore, essere inserito nella prima pagina o nel pacchetto Prime, è fondamentale per avere successo. Però è anche chiaro che per “finire” all’interno di uno di questi servizi, il venditore debba essere cliente di Amazon Logistica, come sospetta l’Agcm. Probabilmente uno dei venditori che si è sentito “ricattato” dall’azienda ha avvisato il Garante di effettuare alcuni controlli.

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