La luce blu prodotta dagli smartphone porta alla cecità. Questa la conclusione cui sono giunti un gruppo di illustri ricercatori appartenenti alle file della prestigiosa Università di Toledo, dove i nuovi report giungono del tutto nuovi agli occhi di tutta la comunità mondiale. Siamo in stato di allarme rosso. Il pericolo non può essere sottovalutato.
La luce blu degli smartphone è come un cancro
Conosciamo i rischi legati al tabagismo, al consumo di sostanze psicotrope ed all’esposizione a sostanze radioattive che possono mettere letteralmente fuori uso il nostro organismo. Ma vi potrebbero essere altri problemi gravi legati al semplice utilizzo dei nostri smartphone, divenuti ormai inseparabili compagni di vita.
Stando allo studio appena finalizzato dal team di ricerca, pare che un’esposizione prolungata alla luce blu possa portare alla cecità permanente. Questo succede perché le cellule vengono distrutte e non sono più in grado di rigenerarsi.
Vi sono delle situazioni in cui la possibilità che si verifichi l’insorgere di questi problemi aumenta. Ciò accade quando si guarda lo smartphone al buio. In tale condizione si costringe l’occhio ad uno sforzo notevole per mantenere la concentrazione e tutto il fascio di luce si concentra in prossimità degli organi visivi, rendendo la visione periferica sfocata e garantendo il potenziale insorgere di degenerazione maculare.
In casi estremi si può perdere la vista. La cornea, infatti, traduce i riflessi della luce blu assorbita in molecole tossiche che uccidono le cellule dei fotorecettori. Il professore Ajith Karunarathne del Dipartimento di Chimica e Biochimica dell’Università di Toledo spiega che:
“La tossicità generata dalla retina quando assorbe la luce blu è universale. Può uccidere qualsiasi tipo di cellula”Le soluzioni per arginare il problema esistono, sia dal punto di vista scientifico che tecnologico. Per quanto riguarda gli sviluppi del settore di ricerca medico si sta mettendo a punto lo studio su una molecola denominata alfa-tocoferolo che impedisce alle cellule di morire. Tuttavia trova scarsa applicabilità per la fascia di popolazione appartenente alla terza età.
Dal punto di vista tecnico ci si può affidare alle decine di funzioni ed applicazioni che attivano automaticamente il filtro per la luce blu. Lo si può trovare quale funzione Android ed iOS o come applicazione all’interno dei rispettivi store e su PC.
In questo caso si tratta semplicemente di buon senso. E se la modalità Protezione Occhi non fosse sufficiente sappiate che in commercio esistono apposite lenti predisposte per l’uso intensivo dei dispositivi digitali e nella fattispecie degli smartphone.
Noi, in redazione, ne siamo tutti provvisti e la differenza è tangibile. Vi siete mai posti questo problema o credevate che la luce blu fosse dannosa solo per il sonno? Diteci la vostra.