Lo shopping online può essere molto pericolo se i siti che usiamo non sono reali, fate sempre attenzione!
Lo shopping online può essere molto pericolo se i siti che usiamo non sono reali, fate sempre attenzione!

Hai mai sentito parlare di un’offerta troppo buona per essere vera? Bene, sembra che per oltre 800mila persone negli Stati Uniti ed in Europa questa frase sia diventata una dura realtà. Il Guardian ha scoperchiato un’operazione di truffa online così massiccia da far rabbrividire chiunque abbia mai effettuato un acquisto su internet.

 

Una sofisticata truffa cinese

Immagina di trovare un sito che promette sconti pazzeschi su prodotti di lusso come Dior, Nike e Prada. Sembra un affare troppo bello per lasciarselo sfuggire, giusto? Ecco, proprio in quel momento che il trucco si attiva. Le persone, attratte da questi sconti allettanti, finiscono per condividere i dettagli delle loro carte di credito e altri dati personali con una rete di negozi online falsi. Il risultato? Nessun prodotto consegnato e un grosso vuoto nel portafoglio.

Questa truffa non è stata orchestrata da un paio di truffatori dilettanti. No, stiamo parlando di un’operazione sofisticata che ha coinvolto programmatori che hanno creato migliaia di siti web falsi, disponibili in diverse lingue, per ingannare gli acquirenti. Non si tratta solo di una manciata di siti, ma di più di 75mila, sparsi in giro per il web come trappole ben camuffate.

Quello che rende questa truffa ancora più spaventosa è il suo funzionamento semiautomatico. Gli sviluppatori avrebbero messo su un sistema che crea siti web in modo automatico, ospitandoli su domini che sembrano abbandonati ma che in realtà sono stati riattivati per perpetuare questo inganno.

Ma da dove vengono questi truffatori? Le indagini del Guardian hanno tracciato l’origine di questa operazione fino alla Cina, con indirizzi IP che portano tutti a città della provincia di Fujian. Sembrerebbe che anche i pagamenti per il personale coinvolto in questa truffa siano gestiti attraverso banche cinesi. Si parla di dipendenti che ricevono punteggi basati sulle prestazioni e subiscono penalizzazioni per assenze, anche per malattia.

 

Rimanere sempre all’erta

Quindi, cosa possiamo imparare da questa triste storia? Prima di tutto, la vecchia regola del “troppo bello per essere vero” continua a rimanere valida. In secondo luogo, dobbiamo essere estremamente vigili quando si tratta di condividere i nostri dati personali online. Questa truffa ci ricorda che internet può essere un posto pericoloso se non prestiamo attenzione. Speriamo che le autorità agiscano prontamente per fermare questi truffatori e proteggere i consumatori da ulteriori danni.

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