Computer quantistici: qubit funzionanti anche a temperature calde

Per anni, il quantum computing sono stati il simbolo dell’ambizione informatica, il Santo Graal impossibile da raggiungere, che avrebbe promesso prestazioni e capacità tali da creare una vera e propria rivoluzione. Nelle ricerche, uno dei principali ostacoli nella creazione reale dii questi particolari dispositivi è stata la necessità di mantenere i qubit, alla base dei computer quantistici, a temperature basse, appena sopra lo zero assoluto, per preservarne le proprietà e non compromettere l’intero funzionamento.

Potrebbe, però, esserci stata finalmente la svolta che gli scienziati attendevano con ansia per la costruzione dei computer quantici. Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature ha dimostrato che alcuni qubit, soprattutto quelli realizzati con punti quantici su silicio, possono funzionare anche a temperature vicine a 1 Kelvin, circa -272.15°C. Si tratta comunque di una gradazione molto bassa, è vero, ma non si può negare che sia parecchio più “calda” rispetto a quanto si pensasse fosse necessario per la sopravvivenza dei qubit.

Cosa comporta questa scoperta per i computer quantici?

La scoperta potrebbe generare effetti positivi sull’intera azienda dei computer quantistici. Perché? Come prima cosa potrebbe ridurre i costi operativi e il consumo energetico necessario, eliminando i complessi sistemi di refrigerazione, che gli esperti credevano essere fondamentali, e permettendo l’ideazione di strutture maggiormente gestibili e, cosa migliore, più convenienti. La temperatura più calda andrebbe anche a semplificare semplificherebbe la progettazione farmaceutica, consentendo ai ricercatori di lavorare a nuove molecole e alla creazione di farmaci innovativi con più facilità.

Questa nuova frontiera dei “qubit più caldi” presenta al contempo anche degli ostacoli riguardanti perlopiù la gestione degli errori e nel controllo del sistema. Temperature più elevate potrebbero aumentare la presenza di errori di misurazione, rendendo ancora più complesso il mantenimento funzionale dei computer quantistici. Ciononostante, la scoperta nel settore è comunque un passo decisivo verso il raggiungimento di requisiti di sistema più “semplici” e ad un maggiore accesso al potenziale del quantum computing.

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