La produzione di sofisticati chip nella zona sismica taiwanese sta creando non pochi problemi alle maggiori aziende tech
La produzione di sofisticati chip nella zona sismica taiwanese sta creando non pochi problemi alle maggiori aziende tech

La Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC), enorme azienda multinazionale specializzata nella progettazione e produzione di semiconduttori su commissione, si trova in serie difficoltà dopo uno spaventoso terremoto che ha scosso tutta l’isola nelle ultime ore. Il terremoto, il più intenso registrato negli ultimi 25 anni, ha costretto TSMC ad interrompere temporaneamente alcune delle sue linee di produzione e ad evacuare tutto il personale.

 

La TSMC e il sisma inatteso

L’azienda vanta una clientela di tutto rispetto che include giganti del settore come NVIDIA e Apple, per i quali TSMC produce una vasta gamma di chip su misura, tra cui i processori A-series e M-series che alimentano iPhone, iPad e Mac. Ciò significa che questo stop forzato dell’azienda ha impattato seriamente su tutta l’industria tecnologica globale, che ha dovuto fare i conti con questo imprevisto. Anche altre aziende, come la United Microelectronics Corp., anch’essa attiva nel settore dei semiconduttori, hanno subito interruzioni simili nelle loro operazioni a seguito del sisma.

Anche se costretti ad interrompere momentaneamente le attività, la TSMC ha rassicurato il pubblico dichiarando che i suoi sistemi di sicurezza hanno funzionato come previsto e che le misure di evacuazione sono state eseguite in conformità con rigorosi protocolli aziendali. Nessuna grave conseguenza, quindi, se non un inaspettato momento di panico. Ora l’azienda provvederà al controllo approfondito degli impianti al fine di individuare eventuali danni strutturali o pericoli secondari causati dal sisma, mentre le attrezzature di produzione dovranno essere ricalibrate da zero.

TSMC, non nuova a problematiche di tipo sismico avendo già affrontato in passato qualcosa di simile nel terremoto del 1999, ha messo in atto una serie di piani di continuità sismica, mirati a migliorare la resistenza sismica delle sue strutture e velocizzare la risposta per eventuali emergenze che, come abbiamo visto, non sono poi così rare.

Purtroppo l’impatto di queste interruzioni sulla produzione dei semiconduttori causano significativi problemi, soprattutto per quanto riguarda i chip più sofisticati. I processori di fascia alta richiedono operazioni ininterrotte per settimane e qualsiasi rallentamento potrebbe causare problemi di disponibilità non solo nei dispositivi di consumo, ma anche nei settori critici come quelli dei veicoli elettrici.

 

Una produzione sempre in pericolo

Per questo ed altri motivi le aziende internazionali sono lecitamente preoccupate sulla concentrazione della produzione di semiconduttori proprio a Taiwan, una regione che come abbiamo visto è soggetta a frequenti terremoti oltre che a tensioni geopolitiche. La concretezza di queste problematiche sempre più evidenti spingono alla ricerca di una maggiore diversificazione geografica della produzione, un processo che però richiederà parecchio tempo per essere pienamente implementato.

Nonostante tutte queste sfide, TSMC ha annunciato che la maggior parte delle sue linee di produzione è già tornata in funzione, e sono alcune avranno bisogno di ulteriori lavori di riparazione e ricalibrazione. L’azienda ha fatto sapere che i suoi stabilimenti chiave per la produzione di chip da 3 nm, 4 nm e 5 nm hanno già ripreso oltre il 90% delle loro attività, riducendo così al minimo l’impatto sull’offerta di chip a livello globale.

 

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