Un piccolo buco nero potrebbe essere il compagno di un altro buco nero supermassiccio
Un piccolo buco nero potrebbe essere il compagno di un altro buco nero supermassiccio

In una galassia lontana lontana, nota come Asassn-20qc, distante dalla Terra ben 850 milioni di anni luce, sta accadendo qualcosa di insolito. Un buco nero supermassiccio sembrerebbe “singhiozzare”, eruttando getti di gas ogni 8,3 giorni, come stesse respirando. Questa incredibile scoperta, effettuata da un team internazionale di ricercatori e pubblicata su Science Advances, getta una nuova luce sulla complessità dei dischi di accrescimento galattici e sull’interazione tra buchi neri di diverse dimensioni.

 

Il buco nero che singhiozza

Il fenomeno è stato individuato grazie alla All Sky Automated Survey for SuperNovae (Asas-Sn), una rete di 20 telescopi robotici che scrutano il cielo alla ricerca di eventi transitori. Nel dicembre 2020, l’esplosione di energia nella galassia Asassn-20qc ha attirato l’attenzione dei ricercatori, che hanno notato che questa esplosione era seguita da un calo periodico di luminosità ogni 8,3 giorni.

Questa insolita intermittenza ha portato i ricercatori a ipotizzare la presenza di un secondo buco nero più piccolo che orbita attorno al buco nero supermassiccio centrale, che perfora periodicamente il disco di accrescimento del primo facendogli generare i caratteristici pennacchi di gas. Questi pennacchi, chiamati Quasi-Periodic Outflows (QPOuts), appaiono come brevi cali di energia nella luminosità della galassia quando visti attraverso un telescopio.

Francesco Tombesi del Dipartimento di Fisica dell’Università Tor Vergata di Roma, uno dei protagonisti della ricerca, spiega: “Abbiamo scoperto un buco nero supermassiccio che emette potenti venti di materiale dal centro di una galassia ogni 8.3 giorni. Questo tipo di comportamento non è mai stato osservato precedentemente e indica la presenza di un secondo buco nero più piccolo che orbita attorno al buco nero supermassiccio centrale”.

Questo fenomeno amplia le nostre conoscenze attuali sui buchi neri e apre nuove prospettive sulla comprensione dei dischi di accrescimento galattici. Tombesi aggiunge: “Questo risultato mette in discussione la nostra concezione tradizionale di un disco di accrescimento di un buco nero supermassiccio. Uno scenario con un disco e possibilmente molti oggetti di massa stellare (buchi neri e stelle) che lo attraversano potrebbe essere più realistico della semplice immagine di un disco gassoso”.

 

Una scoperta sensazionale

Una scoperta del genere apre tutta una nuova possibilità di ricerca sugli oggetti gravitazionali che prima non era ipotizzabile. Il professor Tombesi conclude il suo discorso affermando come questo lavoro possa anche aiutare a spiegare l’origine dei buchi neri pesanti scoperti di recente da Ligo/Virgo tramite onde gravitazionali. Questo tipo di oggetti, inoltre, potrebbero essere studiati in seguito dalla missione Lisa, da poco approvata dall’ESA, nel tentativo di capire se sono possibili sorgenti di onde gravitazionali.

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