Negli ultimi giorni una delle notizie che ha fatto probabilmente più scalpore è stata la vicenda dell’hacking della piattaforma creata per combattere la pirateria: Piracy Shield. Questo strumento è stato ideato per contrastare la diffusione illegale dei contenuti attraverso sistemi come il pezzotto e l’IPTV. Purtroppo non è stata l’unica news riguardo la diffusione di contenuti illegali a suscitare sgomento.
Un’altra vicenda, che coinvolge Telegram, pone nuovamente luce sul problema della pirateria. L’episodio ha avuto origine in Spagna dove l’Alta Corte ha bloccato l’applicazione per presunte violazioni del copyright. Le autorità spagnole hanno preso questa decisione in seguito alla pubblicazione illegale di alcuni video appartenenti ai principali gruppi mediatici.
Il provvedimento su Telegram per la pirateria e il retromarcia
Inizialmente, il giudice Pedraz aveva fissato la sentenza per il provvedimento contro la pirateria il 22 marzo scorso, ordinando al contempo agli operatori telefonici di bloccare qualunque accesso possibile a Telegram. Prima che potesse arrivare la data prescelta, hanno poi deciso di sospendere la sentenza. Il giudice ha richiesto alla polizia spagnola di valutare prima gli effetti che una tale sospensione avrebbe scaturito nella comunità degli utenti, prevedendone lo scompiglio.
La decisione così drastica, anche se per ora in fase di stallo, su Telegram inerente alla pirateria e alla diffusione non autorizzata dei contenuti ha suscitato dei dubbi in tutto il mondo riguardo il potere delle autorità nel riuscire a proteggere i diritti d’autore. Se in Spagna hanno almeno provato a bloccare in qualche modo l’accesso ai video illegali, in Italia non c’è stata ancora alcuna indicazione per quanto concerne l’app di messaggistica. Si può intuire però che, con l’utilizzo crescente dell’applicazione da parte di milioni di italiani e la tensione sempre maggiore verso la protezione dei contenuti e del diritto d’autore, le autorità italiane possano valutare l’attuazione di provvedimenti simili.
Questi potrebbero unirsi alle azioni recenti dell’AGCOM contro la pirateria online ed organizzare un attacco ancora più deciso. Se da un lato la tecnologia sta creando sempre nuovi modi con cui gli utenti possono usufruire dei contenuti illegali e non pagare gli abbonamenti, dall’altro chi ne compete deve lavorare ancor più duramente per trovare delle soluzioni drastiche. Che si arrivi a bloccare anche qui Telegram?