La ricerca della vita eterna ha origini antiche, e arriva fino ai giorni nostri tramite la crioconservazione
La ricerca della vita eterna ha origini antiche, e arriva fino ai giorni nostri tramite la crioconservazione

L’uomo ha sempre cercato di preservare i tessuti biologici, con finalità più o meno religiose. La scienza moderna non è da meno, è il suo tanto ambizioso quanto controverso obiettivo è la criogenia umana. L’idea accarezza il desiderio di sfidare la morte stessa, incastonando le persone in un sonno di ghiaccio fino al raggiungere il momento propizio del risveglio. Una favola di Biancaneve moderna, insomma. Ma la tecnologia è davvero arrivata a questo punto? 

 

Crioconservazione: sogno o realtà?

L’idea alla base di questo progetto non è di certo originale, sono secoli che l’uomo cerca disperatamente di sopravvivere alla morte. Gli egizi mummificavano i loro faraoni per garantire la loro resurrezione nell’aldilà; noi, oggi, cerchiamo di fare qualcosa di molto simile attraverso le temperature estreme. Ma nonostante ci si provi da così tanto tempo, sembra che la conservazione integrale di un essere umano rimanga ancora un’utopia irraggiungibile. 

La crioconservazione, disciplina che mira a conservare materiale biologico a temperature estremamente basse, ha segnato progressi significativi nel campo della conservazione di cellule staminali e altri campioni vitali. Tuttavia, l’impresa di conservare interi individui è una sfida ben più ardua. Gli organismi viventi, infatti, sono per la maggior parte composti d’acqua, e il congelamento provoca danni irreparabili alle strutture cellulari.

L’ascesa della criogenia, con la sua visione audace di sconfiggere la morte, ha trovato nel lavoro pionieristico di figure come Robert Ettinger una manifestazione tangibile. Il Cryonics Institute da lui fondato ha offerto a numerosi individui la possibilità di essere “sospesi nel tempo” in attesa di cure future. Dietro il velo della speranza, però, si celano sfide insormontabili.

I costi crescenti, che possono raggiungere cifre esorbitanti, non sono che la punta dell’iceberg di un problema più grande. Il processo criogenico, pur nella sua complessità, non è in grado di preservare integralmente le funzioni cerebrali vitali. L’assenza di ossigeno e sostanze nutritive, insieme alla mancanza di stimoli ambientali, rende inevitabili cambiamenti biochimici irreversibili.

 

Il desiderio antico dell’immortalità

Quindi, mentre la tecnologia ci avvicina sempre più alla realizzazione di sogni antichi, è importante mantenere un equilibrio tra ambizione e realtà. La crioconservazione umana, benché affascinante, rimane ancora un campo intriso di incognite e limiti. Il futuro potrà riservare sorprese, ma al momento attuale, la sfida di sconfiggere la morte resta intatta, chiamando a una riflessione profonda sull’eterna lotta dell’uomo contro il tempo.

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