L'identità perduta di Rebel Moon
L’identità perduta di Rebel Moon

Zack Snyder ritorna alla ribalta cinematografica con il suo ultimo lavoro, “Rebel Moon: Figlia del Fuoco“, disponibile su Netflix dal 22 dicembre. Lontano dalle atmosfere supereroistiche della Justice League, il regista si racconta tra ricordi e riflessioni, delineando un panorama che spazia dalla sua collaborazione con la moglie Deborah al futuro dei cinefumetti. Tuttavia, il ritorno di Snyder, una volta profeta dell’universo DC Comics, sembra essere in contrasto con le aspettative.

 

Il deludente ritorno di Zack Snyder con Rebel Moon

“Rebel Moon” era uno degli eventi più attesi dell’anno, ma la sua ambizione sfrenata sembra confermare che Snyder potrebbe essere fuori tempo massimo. Nonostante la sua fama di regista visivamente grandioso, il nuovo film sembra soffrire di una mancanza di identità e di una sceneggiatura tremenda. La trama, ambientata in un universo imperialista in tumulto, segue la storia di Kora, interpretata da Sofia Boutella, ma cade in trappole narrative prevedibili e stereotipate.

Il film sembra pescare da numerosi cliché cinematografici senza riuscire a offrire una narrazione coerente. Snyder sembra cadere nella trappola di spiegare anziché mostrare, rendendo “Rebel Moon” una montagna di ambizioni mal riposte. La mancanza di pathos, energia e una colonna sonora poco ispirata contribuiscono alla sensazione di noia che pervade il film.

Nonostante le possibilità offerte dalla libertà creativa e la vastità dell’universo fantascientifico immaginato da Snyder, “Rebel Moon” sembra mancare il bersaglio, risultando in un’epica di maniera senza crescendo coerente. La malagrazia concettuale e la mancanza di originalità rispetto a influenze come Moebius, Jodorowsky e Star Wars mettono in evidenza la difficoltà di Snyder a tenere il passo con le nuove tendenze cinematografiche.

 

Snyder vs. cinema contemporaneo

Il regista sembra ancorato a uno stile che può apparire come un fossile cinematografico vivente, incapace di adattarsi alla fluidità e alla velocità richieste dal cinema contemporaneo. Se il suo precedente lavoro su “Justice League” poteva essere perdonato per i suoi difetti, “Rebel Moon” solleva domande sulla direzione futura di Snyder nel panorama cinematografico. Forse è il momento per il regista di fare autocritica e riconsiderare il suo approccio o rischiare di perdere ulteriormente terreno.

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