Un grande obbiettivo dei tempi moderni è senza alcun dubbio la gestione dei rifiuti nucleari, la reazione di fissione nelle camere dei reattori infatti produce scorie radioattive che hanno una vita con emissioni pericolose decisamente lunga, cosa che le rende un problema non solo nostro ma anche del futuro, la loro gestione e stoccaggio è senza alcun dubbio delicatissima come operazione e necessita di grande attenzione.

C’è chi però pensa il tutto in modo abbastanza laterale e vede nei rifiuti nucleari una possibilità anziché un problema, recenti studi condotti da due aziende hanno infatti dimostrato la reale possibilità di sfruttare questi rifiuti come possibili celle energetiche di accumulo ai diamanti, opzione che darebbe loro nuova vita e li renderebbe meno pericoli per l’essere umano.

 

Strada lunga ma fattibile

Le società coinvolte sono due, Arkenlight che sta sviluppando profondamente l’idea e NDB, la quale invece ha ambizioni molto più alte.

Il problema che entrambe si ritrovano a gestire riguarda la gestione del Carbonio 14, il quale è un rifiuto che esce dalle barre di controllo in grafite che servono a rallentare se necessario la reazione di fissione nucleare, tale elemento ha una vita di 5.700 anni ed è proprio qui che le due aziende voglio agire, ovvero trasformarlo in una risorsa preziosa.

Sostanzialmente l’idea è quella di trasformare il carbonio in gas e farlo condensare in diamanti, processo durante il quale rilasciano elettroni sotto forma di radiazione beta, generando una corrente piccola ma duratura, ed ecco che l’applicazione trova campo laddove la durata è maggiore della potenza fornita.

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