Batterie, è arrivato il passaporto che protegge l'ambiente

Il Forum Economico di Davos ha presentato in via sperimentale il “passaporto digitale per le batterie”, un prototipo sviluppato dalla Global Batteries Alliance. L’obiettivo è quello di registrare l’impatto delle batterie in termini di emissioni, concentrandosi su due dimensioni chiave: i dati tecnici della batteria come il tracciamento e le fasi della sua produzione, la sua capacità e la provenienza dei materiali utilizzati.

Batterie: la situazione sull’ambiente è critica

Inga Petersen, Direttore esecutivo della Global Batteries Alliance, spiega che questo sistema permetterà di capire l’impatto ambientale delle batterie e di creare un mercato più sostenibile. Quest’ultimo dovrebbe proporre un milione di posti di lavoro in Europa e 10 milioni in tutto il mondo entro il 2030, offrendo anche una possibilità di rilancio per i paesi africani e dell’America Latina, dove si trovano le principali materie prime utilizzate. Il passaporto digitale per le batterie dovrebbe inoltre aiutare a garantire che i benefici del mercato delle batterie siano equamente distribuiti in tutto il mondo, evitando che i paesi ricchi ne traggano il maggior profitto a discapito dei paesi produttori.

Il passaporto digitale è previsto dalla regolamentazione dell’Unione Europea sulle batterie, attualmente in discussione, e la sua entrata in vigore è prevista per il 2026. Nel frattempo ne approfittiamo per parlarvi di un tasto piuttosto dolente: il riscaldamento globale. Anche a causa di questo il mondo arriverà a termine ed è principalmente colpa nostra e del nostro menefreghismo. Concretamente parlando manca pochissimo alla fine di tutto, per essere più precisi (nel momento in cui stiamo scrivendo questo) siamo a meno 17507 giorni, 0 ore, 19 minuti e 20 secondi.

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