Perché Conad, Carrefour e Tuodì stanno chiudendo? Il vortice della crisi, iniziato dalla pandemia e continuato ulteriormente a causa della guerra in Ucraina, ha travolto praticamente chiunque.
Le tre catene di supermercati hanno preso una decisione drastica in virtù di ciò che sta succedendo in Italia e nel mondo. La situazione è diventata complicata e “dare un taglio” è stata la soluzione che Conad, Carrefour e Tuodì hanno ritenuto più adatta alle loro esigenze.
Conad, Carrefour e Tuodì: le conseguenze delle chiusure
Conad ha chiuso una sua sede storica a Cognento, in provincia di Modena. Tuttavia, pare che questa chiusura non sia affatto ingiustificata: al posto suo, ci sarà spazio per Intima Moda, outlet tutto italiano nato nel negli anni Settanta.
Cosa è successo, invece, a Carrefour? La nota catena francese ha deciso di chiudere la sua sede a Frosinone, presso Le Sorgenti. Il suo comunicato ufficiale vale più di ogni spiegazione:
“Giovani e Ambiziosi, ci piace definirci così. […] L’esperienza di questi primi 14 anni ha fatto il resto: ci ha insegnato che sono i dettagli a fare la differenza, che è la qualità dei nostri prodotti a renderci riconoscibili e che fare acquisti nei nostri supermercati deve essere per i nostri clienti un piacere. Ecco perché dagli arredi alla disposizione, dall’ampia selezione di prodotti freschi e non sino alle eccellenze più ricercate, estetica e tecnologia sono stati, negli anni, il fulcro della nostra continua ricerca, crescita e innovazione”.
Concludiamo l’articolo con la chiusura di Tuodì. In questo caso, la questione è un po’ più complicata: la società ha stabilito di chiudere i battenti nel Lazio, ma non senza strascichi. Infatti, ben 42 ex dipendenti hanno avuto la disoccupazione, ma altri 49 sono a rischio di non ottenerla. Ecco il comunicato ufficiale riguardo questa ardua situazione:
“procedure di licenziamento collettivo formalizzate in data 28 marzo dalle società Pifo srl per i punti vendita di piazza Pio XI numero 20 e via Fonteiana 59/73 per un totale di 25 lavoratori. Ed inoltre dalla società Cala srl per un totale di 24 lavoratori che operavano nei punti vendita di Via Casalina e via Montecompatri”.