Nell’ottica di arrivare ad una presenza stabile dell’Uomo sulla Luna, satellite naturale del nostro pianeta, la NASA sta mettendo al vaglio possibili soluzioni in merito la produzione di energia da avviare sulla sfera rocciosa, trovando nel nucleare la soluzione migliore.

In tal contesto dunque l’agenzia spaziale ha deciso studiare nuove tecnologie nucleari in grado appunto di operare nello spazio, per farlo la NASA e il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE) hanno selezionato tre proposte di concept su sistemi di alimentazione superficiali di questa tipologia.

Nel dettaglio l’obbiettivo prefissato è quello di raggiungere un sistema in grado di offrire almeno 40 kilowatt di potenza e di funzionare per almeno un decennio senza necessitare di manutenzione complessa, il tutto ovviamente adatto all’ambiente lunare.

 

Le società e i progetti

Battelle Energy Alliance, l’appaltatore operativo dell’Idaho National Laboratory, è la società che si è occupata di analizzare i vari progetti offerti alla NASA per poi effettuare una scrematura che ha portato alla selezione di 3 candidati finali i quali riceveranno un contratto di 12 mesi per un totale di 5 milioni di dollari da poter investire appunto nel mettere a punto il loro sistema, ecco le tre aziende:

  • Lockheed Martin di Bethesda, Maryland –in collaborazione con BWXT e Creare.
  • Westinghouse di Cranberry Township, Pennsylvania – in collaborazione con Aerojet Rocketdyne.
  • IX di Houston, Texas, una joint venture di Intuitive Machines e X-Energy – in collaborazione con Maxar e Boeing.

Si tratta dunque di un primo tassello verso una fonte di energia stabile sulla Luna, ritenuta base imprescindibile per consentire la presenza stabile dell’uomo sul satellite.

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