Sta per arrivare un triste primato per il mondo della tecnologia. Tra poche settimane si arriverà al terribile anniversario di un anno dall’inizio della mancanza di approvvigionamenti di chip nel mondo della tecnologia. Una problematica che ha interessato e interessa moltissimi settori, da quello dei computer, che ha visto la vendita di processori e schede grafiche letteralmente a peso d’oro, fino a quello del settore automobilistico, per il quale la necessità dell’integrazione di chipset per l’intelligenza artificiale e dei sistemi integrati per la gestione dell’auto hanno visto una battuta d’arresto, in particolare negli Stati Uniti.

Ma si susseguono le voci di un possibile finanziamento di Tesla in questo settore, per l’apertura di una gigafactory vicino Berlino e dell’investimento di oltre 90 miliardi di dollari di Intel sul territorio europeo per l’apertura di due nuovi impianti di semiconduttori e microchip.

 

Una situazione che si prolungherà fino al 2023

Non sembra ancora finita questa odissea che ha visto coinvolti i maggiori settori dell’economia mondiale. Eppure gli investimenti a lungo termine di aziende come Tesla, Intel o anche Samsung, intendono prevenire queste problematiche nel giro di circa 10 anni. Tuttavia, coloro i quali speravano che il 2021 portasse via con sé la carenza di microchip, si dovrà ricredere. Secondo molte fonti interne alle aziende e dalla situazione mondiale in Cina e a Taiwan, aggravata dalla pandemia mondiale di Coronavirus, porterà avanti questa problematica fino al 2023. Anche la BBC è intervenuta sull’argomento, con le dichiarazioni di Ola Kallenius, presidente del colosso tedesco Daimler, secondo la quale “Il Covid ha rappresentato uno stress test per tutto il settore, che necessitava di una revisione delle sue catene di approvvigionamento”.

Inoltre, l’incremento esponenziale della domanda di prodotti tecnologici, sia per il mondo del gaming che per quello dello smart working, ha influito pesantemente sotto questo punto di vista, con una richiesta esagerata a cui la produzione non è riuscita a tenere il passo. 

 

 

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